Alla riapertura dei mercati a Tokyo (ieri erano chiusi) il Nikkei ha fatto un altro balzo in avanti del 3% (dopo il 4 e passa per cento di venerdì); il balzo è correlato all’ulteriore caduta dello yen, ben oltre quota 113 contro dollaro; una caduta che esalta i profitti degli esportatori del Sol Levante. In corso di seduta il Nikkei ha superato quota 17mila, un livello che non si vedeva da prima della crisi, nel 2007. Il balzo della Borsa giapponese ha trascinato al rialzo l’indice regionale, MSCI Asia Pacific, che sale dell’1,5% (escludendo il Giappone, l’indice è rimasto all’incirca stabile).
Contro euro, invece, il dollaro ha perso leggermente: la moneta unica quota 1,252 dopo che ieri era scesa sotto 1,25. Il dollaro australiano è dapprima sceso, di conserva a una revisione sui dati del mercato del lavoro, che ha fatto diminuire il numero degli occupati e alzare il tasso di disoccupazione; ma è poi risalito, quando la Reserve Bank ha mantenuto i tassi al livello precedente, che è tuttavia il più alto (2,50%) fra i Paesi industriali.
La forza del dollaro si riflette anche sull’oro, che si mantiene sui livelli deboli di ieri, a 1165 $/oncia. L’”oro nero” è sceso anch’esso (78,2 WTI), e ha bucato la quota di 80 $/b, dopo il taglio dei prezzi operato dall’Arabia Saudita. Poco variati i futures azionari su Londra e New York.
Allegati: L’articolo di Bloomberg