Shein, il colosso cinese dell’e-commerce di abbigliamento, è pronto per il debutto alla Borsa di Londra. Con una valutazione stimata di circa 60 miliardi di euro 50 miliardi di sterline , l’Ipo (offerta pubblica iniziale), potrebbe essere la più grande degli ultimi anni. La presentazione della documentazione necessaria è prevista entro fine mese, segnando un passo cruciale per la società di Fast Fashion.
La decisione di Shein di quotarsi a Londra è arrivata dopo le resistenze incontrate negli Stati Uniti. Le tensioni diplomatiche e commerciali tra Washington e Pechino hanno reso difficile l’ingresso alla Borsa di New York. Anche se i rapporti tra Regno Unito e Cina non sono del tutto sereni, Londra rappresenta un’opzione più favorevole per il gigante cinese.
Ipo confidenziale per maggiore flessibilità
Secondo le anticipazioni del Financial Times e di Sky News UK, Shein ha scelto di adottare una Ipo “confidenziale”, un tipo di offerta pubblica che permette alle aziende di mantenere riservati dati e strategie future, offrendo una maggiore flessibilità. Questo approccio consente di evitare la divulgazione di informazioni sensibili, un vantaggio significativo in un contesto di forte competizione e scrutinio.
L’arrivo di Shein al London Stock Exchange rappresenta una grande opportunità per il mercato britannico, che ha perso parte della sua attrattività a favore dei mercati statunitensi. La valutazione di 50 miliardi di sterline posiziona questa Ipo come la più grande degli ultimi anni, un evento che potrebbe rilanciare l’interesse per il mercato azionario di Londra.
Un colosso in crescita
Fondata in Cina nel 2008, Shein ha rapidamente conquistato il mercato globale del fast fashion, posizionandosi come uno dei principali attori nel settore. Con sede a Singapore, la società ha registrato profitti record nel 2023, superando i 2 miliardi di dollari, rispetto ai 700 milioni del 2022 e agli 1,1 miliardi del 2021. Questi risultati la pongono in competizione diretta con marchi come H&M e Zara.
Nonostante il suo successo, Shein è stata oggetto di critiche riguardo alle condizioni di lavoro nelle sue fabbriche e alle pratiche ambientali venendo accusa di sfruttamento e di scarsa trasparenza. Recentemente, l’Unione Europea l’ha inserita nella lista dei colossi digitali multinazionali soggetti a controlli più stretti.