Dopo la chiusura positiva di Wall Street anche l’Asia si accoda al rialzo. L’indice regionale MSCI Asia Pacific sale, nel primo pomeriggio giapponese, dell’1,3%, dopo quattro giornate negative, e segna un p/e di 13,4 (lo S&P 500 è a 16,4 e lo Stoxx Europe 600 a 13,9).
In Cina tuttavia prosegue la correzione e l’indice Composite di Shanghai cede circa il 2%, rimanendo però sopra al livello di inizio d’anno (sui 12 mesi l’incremento è stato di oltre il 60%). Il Nikkei (+1,7%) beneficia di uno yen più debole, che valica di nuovo quota 119 contro dollaro.
Dato che i mercati cominciavano a chiedersi se il crollo del greggio non fosse un fattore così positivo, la ripresa del prezzo del petrolio Wti da 47 a 49 $/b è stata accolta con favore (il Brent quota 51,3). Alcuni commentatori argomentano che la discesa del greggio è stata un overshooting.
L’allentamento delle tensioni ha fatto scendere l’oro a 1208 $/oncia. L’euro scivola ancora, a 1,182 contro dollaro (ma ieri aveva toccato un minimo di 1,180).
Netto rialzo dei futures azionari (+0,7%) sia per il Dow Jones che per lo S&P500 e il Nasdaq.