Orgoglio Milan, disastro Roma. E’ questo il titolo dell’anticipo di San Siro che ha visto i rossoneri prevalere per 2-1, risultato tanto positivo quanto inatteso. Pochi, infatti, potevano immaginare una reazione contro un avversario più forte, oltre che enormemente più motivato. A guardare la partita è sembrato che fosse il Milan a giocare per il secondo posto, non una Roma scialba e prigioniera, ancora una volta, delle sue paure. “E’ stata una prestazione inquietante – ha ammesso Sabatini senza troppi giri di parole. – Non possiamo giocare così, il secondo posto è un qualcosa di imprescindibile. Parleremo con l’allenatore, la squadra potrebbe andare in ritiro”. In attesa della decisione i giocatori faranno gli straordinari: il giorno di riposo è cancellato e questa mattina (ore 8) tutti si ritroveranno a Trigoria ad allenarsi. “Abbiamo giocato male, i ragazzi devono capire che così non va – il commento di Garcia. – In alcuni frangenti abbiamo dormito, devo fare in modo che questa squadra reagisca”. Tanta rabbia è il frutto di una partita brutta, che però era cominciata bene. La Roma era scesa in campo col piglio giusto, sfiorando il vantaggio dopo 17 minuti (palo di Manolas). Poi si è spenta la luce e il Milan, per una volta cinico e determinato, è salito in cattedra. Prima Van Ginkel (tap in sotto porta al 39’), poi l’ex Destro (colpo di testa al 61’) hanno bucato la porta di De Sanctis, il tutto con il supporto di un ritrovato Honda (due assist per lui).
L’ingresso di Totti e Iturbe ha rivitalizzato la Roma ma il rigore del capitano (73’) ha solo dato l’illusione della rimonta. E così i rossoneri, contestati come al solito dal pubblico di San Siro, si sono portati a casa tre punti importanti, se non altro per l’orgoglio. “Abbiamo mostrato grande dignità – le parole di Inzaghi. – Per una sera siamo tornati quelli di dicembre, ora proviamo a fare 9 punti per chiudere il campionato a testa alta”. La vittoria non cambierà il volto di una stagione disgraziata, però farà bene al morale di tutto il mondo Milan, ormai proiettato verso un futuro di grandi novità. “Sto cercando qualcuno che immetta capitali nella società – ha confermato Silvio Berlusconi. – Sono molto attento a verificare le intenzioni degli acquirenti, cederò solo a chi vorrà fare il bene del club, non a chi cerca popolarità. Per me è come vendere la mia infanzia, purtroppo la mia famiglia non può competere con gli sceicchi arabi”. Parole importanti, che confermano, se ancora ce ne fosse bisogno, la svolta epocale che sta per colpire il Milan. Intanto la squadra è tornata alla vittoria e questo, se non altro, permetterà di vivere il finale di stagione con un pizzico di serenità in più. Quella che non avrà la Roma, costretta a sperare che Inter e Parma fermino Lazio e Napoli. Altrimenti la qualificazione in Champions potrebbe complicarsi, forse irrimediabilmente.