Da oggi Matthias Mueller, 62enne presidente della Porsche, proverà a far riconquistare la credibilità del gruppo auto tedesco Volkswagen colpito dallo scandalo sulla manomissione delle emissioni. Il nuovo ceo è stato nominato ieri sera a mercati chiusi, dopo un’altra giornata di forti vendite per il titolo Volkswagen. Anche i listini europei devono contarsi le ferite, colpiti dallo tsunami a quattro ruote, che ha accentuato le paure per una prossima recessione e colpito al cuore economico e politico la Germania motore d’Europa. Ma poteva andare peggio.
Nel bilancio settimanale il Ftse Mib ha limitato le perdite sotto l’1% a -0,83%, così come Londra è riuscita a chiudere la settimana in pari. Più colpite chiaramente le piazze maggiormente esposte al comparto auto come Parigi -1,23% e Francoforte -1,72%, epicentro dello tzunami a quattro ruote. La peggiore tra il platonico dei principali listini europei è stata però Madrid -3,3%. Negli stessi giorni Volkswagen ha lasciato sul terreno circa il 20%.
A guardare come era iniziata la settimana si poteva infatti temere un tracollo peggiore anche per i listini. Nel solo martedì nero del ciclone Vokswagen, Piazza Affari ha chiuso a -3,3%, Parigi -3,4% e Francoforte -3,8%, Madrid -3,11%, Londra -2,83%. Dopo la scoperta del software malandrino per ridurre le emissioni nocive dei diesel vendute in Usa da Wolfsburg, Volkswagen ha ammesso che le vetture truccate sono 11 milioni, ovvero lo scandalo non è limitato agli Stati Uniti ma riguarda anche l’Europa dove il diesel è ben più diffuso. Sono scattate inchieste in Germania, Francia, Usa ma anche Corea del Sud ed Australia. Inoltre Secondo il Die Welt, smentito dal ministero dei trasporti tedesco, il governo tedesco era a conoscenza della manipolazione dei sistemi di controllo delle emissioni utilizzato da Volkswagen. Ad aumentare il pessimismo le indiscrezioni, smentite e poi ritrattate, che anche la casa automobilistica Bmw potesse essere coinvolta nelle pratiche di manomissione delle emissioni.
Dopo una settimana a yo-yo e sull’ottovolante, con forti perdite (su cui ha inciso anche il taglio delle stime per il 2015 del gruppo Usa Caterpillar) seguite da tentativi di rimbalzo e prese di fiato dei listini, la cavalleria è arrivata venerdì con Janet Yellen che, parlando all’Università del Massachusetts, ha chiarito che la Fed continua a vedere un primo aumento dei tassi entro la fine del 2015 e ha ribadito che la seguente manovra di stretta avverrà a ritmi graduali. Non solo. Il rally è stato alimentato nel pomeriggio dal dato sul Pil Usa del secondo trimestre che è stato rivisto al rialzo al 3,9% dal 3,7% della stima intermedia e sopra le attese degli analisti. Buone notizie che hanno favorito il rimbalzo dei listini nella seduta di ieri (Ftse Mib +3,68%, Londra +2,47%, Parigi +3,07%, Francoforte +2,77%), compensando i crolli precedenti.
A Piazza Affari il bilancio è di 24 feriti, che hanno archiviato performance in rosso, su 40 titoli del Ftse Mib. In fondo al paniere delle blue chip troviamo chiaramente la galassia dell’auto con Fca che cede il 9,15%, Exor il 5,63%. Giù anche Cnh Industrial -7,56%, colpito però da Caterpillar, colosso delle macchine per la movimentazione terra da sempre considerato barometro dell’economia, che ha visto al ribasso gli utili 2015 e annunciato 5mila licenziamenti entro il 2016.
In deciso calo anche Saipem -8,86% , Eni -4,94%, Tenaris -4,23%. Sul fronte del petrolio S&P ha tagliato le stime di prezzo 2015 del petrolio Brent e Wti: 50 dollari al barile per il Brent (-5 dollari rispetto precedente previsione) e 45 dollari/barile per il Wti (-5 dollari).
Bmps -5,17% nonostante l’accordo con la banca giapponese Nomura sul derivato Alexandria, annunciato mercoledì sera, sia piaciuto al mercato e non comprometta il target del ritorno al profitto nel 2015.
In territorio negativo nel complesso anche il resto del comparto bancario, ma con perdite limitate: da -2,94% del Banco Popolare a -0,28% di Mediobanca. Intesa chiude però in positivo +0,72%.
In evidenza è soprattutto il comparto del lusso che si riscatta a fine settimana grazie alla spinta di ottimismo sull’economia mondiale arrivata dopo le parole del governatore della Fed Janet Yellen e la revisione al rialzo del Pil Usa. I titoli del lussino erano stati i più colpiti dai timori di un rallentamento globale legato alla perdita di spinta propulsiva della Cina e dell’Asia. Nella settimana Luxottica archivia un bilancio del 3,48%, Moncler +2,59%, Tod’s +1,63%. Ferragamo +0,38%. Solo Yoox rimane indietro e archivia un rosso dell’1,68%.
In positivo, seppur con guadagni più marginali, anche le utilities e l’energia: Enel Green Power +1,55%, Terna +1,06%, Atlantia +0,99%, Snam +0,69%, A2A +0,51%.