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Settimana della verità per le riforme istituzionali

Attesa la decisione della commissione Affari costituzionali del Senato sul testo della riforma di Palazzo Madama da adottare: quello originario del Governo o quello emendato? Oggi la direzione del Pd e il seminario sulle riforme coordinato dal ministro Boschi – Spunta il tema presidenzialismo – Continua la consultazione online sulla riforma della Pa.

Settimana della verità per le riforme istituzionali

Inizia oggi una settimana di fuoco sul tema delle riforme istituzionali, a partire dalla trasformazione del Senato. La commissione Affari costituzionali del Senato, presieduta da Anna Finocchiaro, deve anzitutto decidere l’adozione del testo base del provvedimento per trasformare palazzo madama. L’obbiettivo sarebbe di arrivare all’approvazione in commissione il 25 maggio e in aula il 10 giugno.

Ne sta discutendo, dopo la riunione della direzione di stamane, anche il seminario del Pd sulle riforme coordinato dal ministro Maria Elena Boschi in vista della riunione cruciale della commissione Affari costituzionali del Senato che deve decidere che testo adottare per il provvedimento che vorrebbe trasformare completamente Palazzo Madama.  Non è detto che questa decisione sia così semplice: il Governo vorrebbe l’adozione del testo Boschi seppure accompagnato da emendamenti. ma i dissidenti insistono perchè si parta dal testo già ememdato e non da quello originario del Governo.

Proprio nel fine settimana, il principale contraente del patto sulle riforme con il Governo, e cioè il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha proposto che nella discussione sulle riforme si introduca un nuovo argomento caldo: il presidenzialismo. Idea già respinta dal capogruppo del Pd in Senato, Luigi Zanda, su cui però il premier si è detto possibilista a condizione che di presidenzialismo si cominci a parlare dopo l’apporovazione della riforma del Senato.

Nel frattempo continua la consultazione online sulla riforma della pubblica amministrazione con l’obbiettivo che le misure che la riguardano si trafromino in un provvedimento nel Consiglio dei ministri del 13 giugno. Il programma di Renzi prevede ovviamente anche l’Italicum, già passato alla Camera, ma su tutto il cammino delle riforme pesano le fibrillazioni elettorali.

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