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Settimana corta? In Grecia si lavora 6 giorni su 7 con il 40% di stipendio in più: ecco cosa cambia da luglio

Mentre il resto del mondo sta riducendo la settimana lavorativa, la Grecia sembra andare nella direzione opposta per rilanciare produttività e crescita economica. Ma a quale costo?

Settimana corta? In Grecia si lavora 6 giorni su 7 con il 40% di stipendio in più: ecco cosa cambia da luglio

Mentre gran parte del mondo abbraccia l’idea di una settimana lavorativa di quattro giorni, dal 1° luglio molti dipendenti in Grecia potrebbero trovarsi a lavorare un giorno in più. La settimana lavorativa nella penisola ellenica si estenderà quindi a sei giorni, per un totale di 48 ore, ma con un aumento di stipendio del 40% per il giorno supplementare e del 115% se si tratterà di un giorno festivo. In questo scenario, non saranno ammessi straordinari oltre le otto ore giornaliere.

Può sembrare un controsenso rispetto a quanto sta accadendo nel resto del mondo – in Belgio, ad esempio, la settimana lavorativa è già di quattro giorni da due anni – ma bisogna considerare il contesto. La nuova legge, approvata a settembre e pronta a entrare in vigore, è stata introdotta per rispondere alla crisi di manodopera, soprattutto stagionale. Questa situazione ha portato a un uso eccessivo – spesso non ufficialmente riconosciuto – degli straordinari. Con la nuova legge proposta dal ministro del Lavoro Adonis Georgiadis, invece, i lavoratori vedranno gli straordinari ufficialmente retribuiti in busta paga.

Settimana lavorativa lunga in Grecia: ecco come funziona

Secondo la normativa, alcuni stabilimenti produttivi industriali e manifatturieri, nonché le imprese che offrono servizi 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, possono estendere la settimana lavorativa oltre i consueti cinque giorni (40 ore). La nuova legge non riguarda i lavoratori della ristorazione e del turismo, dove la settimana di 40 ore era già stata abolita.

Attualmente, la Grecia è tra i Paesi europei con il maggior numero di ore lavorate all’anno: un greco su otto lavora stabilmente più di 48 ore a settimana e, in media, l’impegno richiesto è di 39,4 ore settimanali (Eurostat). I salari sono notoriamente bassi e la produttività del Paese è messa a dura prova dopo 15 anni di recessione e tre costosi salvataggi europei. Rianimare la crescita e aumentare la produttività sono i due obiettivi principali del governo di centrodestra, che da 5 anni sta progressivamente smantellando molte regolamentazioni sul lavoro.

Anche se il Paese sta attraversando un periodo di crescita economica significativa, sostenuta anche dal forte flusso turistico, l’austerità ha provocato una fuga di giovani, lasciando un vuoto nella forza lavoro. Un’analisi di Dw prevede una crescita del Pil del 2,2% quest’anno e del 2,3% l’anno prossimo, superando la media dell’Eurozona.

Le obiezioni

Con la nuova legge, i lavoratori non potranno rifiutarsi di lavorare sei giorni se il datore di lavoro lo richiede. Questa decisione non è stata sottoposta ad alcuna forma di contrattazione collettiva, un istituto che le leggi sul lavoro introdotte da Nea Demokratia, il partito del premier Kyriakos Mitsotakis, hanno notevolmente limitato. Sindacati e rappresentanti dei lavoratori, dunque, non hanno avuto nessuna voce in capitolo.

Il timore è che la nuova legge non farà altro che legalizzare una pratica già diffusa, ossia quella dei lavoratori costretti a fare straordinari per mancanza di alternative. Inoltre, la “settimana lunga” potrebbe limitare nuove assunzioni, costringendo chi ha già un lavoro a lavorare di più e lasciando fuori i disoccupati, a vantaggio dei datori di lavoro.

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