TOKYO, LA CRISI CONTINUA. TENSIONE SUI BOND. SETTIMANA CALDA PER FIAT, RCS E TELECOM
La frana di Tokyo non si ferma. Anche stamane, dopo la seduta shock di giovedì (-7,3%) e l’estrema volatilità di venerdì, i mercati hanno continuato a soffrire: indice Nikkei –2,8%, yen in risalita +0,3%. Ancora più sigificativa ed aspra la battaglia sui titoli di Stato, risaliti di mezzo punto nell’ultimo mese fin a quota 0,825. I rendimenti dei Jgb, nonostante gli sforzi della banca centrale in senso opposto.
Il vecchio detto “sell in may and go away” si è preso la rivincita. Dopo un avvio di maggio effervescente, i mercati sono stati investiti dall’ondata dei ribassi, partiti in Giappone, parzialmente attutiti in Usa, più forti in Europa.
Il rialzo dei rendimenti dei Japan bond rischia di avere un effetto perverso sul debito sovrano di Italia e Spagna. La strategia di Tokyo, basata sull’allargamento della base monetaria, doveva stimolare gli acquisti sui titoli a maggior rendimento. Ma la marcia indietro degli operatori, già scottati in passato dal rialzo dei titoli giapponesi, potrebbe far segnare la fine della luna di miele
BTP 0 TASSI IN SALITA. ALL’ASTA 18 MILIARDI. MA LA UE CI PROMUOVE
Venerdì è tornata a farsi sentire la tensione sul fronte dei titoli del debito. Il rendimento del Btp a 10 anni è salito al 4,17%, al massimo da gennaio, con lo spread che si è allargato oltre quota 280 per poi chiudere a 278. Nel contempo, il benchmak decennale tedesco ha visto salire il suo rendimento all’1,4% dall’1,38%.
In questa situazione cresce l’attesa per le aste di fine mese. Martedì il Tesoro offrirà Ctz per 2-2,5 miliardi, mercoledì 29 sarà la volta dei Bot a 6 mesi per 8 miliardi, giovedì toccherà ai Btp a 5 anni per 3-3,5 miliardi e ai 10 anni per 3 miliardi. In tutto, un esame da 18 miliardi, che cade in contemporanea alla promozione dell’Italia che mercoledì dalla procedura per lo sforamento del deficit.
TITOLI SOTTO LA LENTE IN PIAZZA AFFARI
Telecom Italia -3,3% venerdì scorso. I mercati hanno reagito in maniera negativa al downgrade di S&P e, soprattutto, al rinvio delle decisioni sulla rete. L’attesa potrebbe chiudersi, però, nella riunione del cda di giovedì. In realtà il board avvierà solo l’esame della riorganizzazione del gruppo. Ma si profila un braccio di fetto tra i soci italiani di Telco e Telefonica il partner industriale ostile alla separazione della rete.
Stamane riunione del patto di sindacato di RcsMedia group per scegliere un nuovo presidente dopo le dimissioni di Giampiero Pesenti. Ma l’attesa è concetrata sull’assemblea di giovedì. John Philipp Elkann, al pari di Enrico Cucchiani e Federico Ghizzoni sono ottimisti sull’esito della proposta di aumento. Ma i pronostici sono ancora aperti. Dopo il no all’operazione di Della Valle e dei Benetton sarà decisivo il voto del gruppo Rotelli: in caso di no da parte dell’imprenditore degli ospedali (forte del 16,8%) l’operazione potrebbe saltare. E’ in corso la rinegoziazione delle clausole dei prestiti bancari che dovrebbero far seguito all’aumento.
Fiat ha guadagnato venerdì il 4,2% con un balzo nel finale. La spiegazione l’ha offerta sabato un articolo di The Wall Street Journal da cui emerge che è già partito il count down per le nozze Fiat/Chrysler e relativa quotazione a Wall Street della nuova società, un’operazione che mobiliterà 20 miliardi.
Dopo l’acquisto del 41,5% del capitale di Chrysler in mano al sindacato Uaw (prezzo da fissare dal giudice del Delaware tra la forbice di 1,75 miliardi offerti da Fiat e i 4,27 miliardi chiesti dal fondo Veba) Sergio Marchionne, se vorrà utilizzare la cassa di Detroit, dovrà rinegoziare il prestito (1,9 miliardi) fatto da Chrysler nel 2011 per rimborsare il Tesoro Usa che fissa a 500 milioni l’importo massimo che la casa Usa può girare alla casa madre. Non solo. Sarà necessario estinguere un altro prestito da 3,2 miliardi. Prima di allora, Fiat dovrà assicurarsi un nuovo finanziamento per l’acquisto della quota: il Lingotto ha sufficiente liquidità in cassa ma rischia, in caso di suo utilizzo, il downgrade da parte delle agenzie di rating. Si arriva così al totale di venti miliardi, poco meno dei 23 miliardi mobilitati per lo sbarco di Gm a Wall Street: le banche d’affari sono in grande fibrillazione.
STAMANE CINA IN RIPRESA. WALL STREET VERSO UN’APERTURA STABILE
La reazione dei mercati non è stata omogenea. In riresa Hong Kong + 0,22% e a Shanghai +0,1%. Ma, mentre il premier Li Ka Sheng è in procinto di incontrare a Berlino stamane Angela Merkel, unica tappa europea in una capitale dell’eurozona, il presidente Xi Jingping ha tenuto un importante discorso ai quadri del partito: la Cina può rallentare la crescita dell’economia, ha detto, pur di non compromettere la lotta all’inquinamento ambientale. La ripresa ha aggiunto, deve arrivare dalle riforme non da nuovi stimoli monetari.
I futures sull’indice S&P segnalano un avvio stabile per i listini Usa. Wall Street ha assorbito senza troppi scossoni i segnali inviati da Ben Bernanke: gli stimoli monetari possono rallentare, anche in tempi brevi. Venerdì l’indice S&P registra un calo dello 0,06%, simmetrico ad un analogo rialzo del Dow Jones. In equilibrio anche il Nasdaq a -0,01%.
L’indice S&P 500 chiude comunque la settimana con una perdita attorno al punto percentuale, la prima da cinque settimane: il rialzo da inizio anno è sceso al 15.7 per cento. Il ritiro degli acquisti giapponesi e la frenata in vista della Fed hanno pesato assai di più sull’Europa.
In ribasso per la Borsa di Milano dopo quattro settimane consecutive di rialzo. Con la nuova discesa di oggi (-0,6%), l’indice FtseMib ha registrato in cinque sedute un flessione del 4% che ha dimezzato la performance da inizio anno riducendola a +4%. L’indice Stoxx 600 ha chiuso la peggior settimana degli ultimi dieci mesi.
Tutte le Borse europee hanno chiuso venerdì in ribasso: Londra è scesa dello 0,6%, Parigi -0,2%, Francoforte -0,5%. I titoli peggiori sono stati quelli dell’industria dell’auto (Stoxx del settore -0,8%) e le banche (-1,1%).
MILANO, PRIMO ROSSO DOPO CINQUE SETTIMANE
In ribasso per la Borsa di Milano dopo quattro settimane consecutive di rialzo. Con la nuova discesa di oggi (-0,6%), l’indice FtseMib ha registrato in cinque sedute un flessione del 4% che ha dimezzato la performance da inizio anno riducendola a +4%.
Monte Paschi -1,2% dopo il secco “no comment” di Alessandro Profumo all’ipotesi di accordi commerciali (non azionari) tra l’istituto e Banco Poste.
In Piazza Affari le banche sono finite quasi tutte in ribasso: Unicredit ha perso l’1,5%, Intesa -1%. Sono scese pesantemente Ubi -2,5% e Banco Popolare -3,2%. Positiva Mediobanca +1,3%.
Generali ha guadagnato lo 0,3%. Jp Morgan ha alzato la raccomandazione a “overweight” da “neutral”. Fondiaria-Sai ha perso l’1,2%. Pesanti i ribassi di Finmeccanica -2,4% e StM-1,7%. Enel è salita dello 0,2%, netto ribasso di A2A -2,6%.Eni è scesa dell’1,4%, Saipem ha perso il 3,1%.