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Servizi non richiesti sul telefono: Agcom all’attacco

Entro la fine dell’anno, l’Autorità intende imporre un blocco automatico dei servizi attivati all’insaputa dei clienti e una procedura più chiara per l’acquisizione del consenso all’acquisto. Da anni le sanzioni Antitrust richiamano l’attenzione sul fenomeno

Servizi non richiesti sul telefono: Agcom all’attacco

L’Agcom dichiara guerra ai servizi a pagamento attivati sui cellulari all’insaputa degli utenti. Con una delibera del 21 agosto, l’Autorità delle comunicazioni ha annunciato che entro la fine del 2020 saranno presi provvedimenti per risolvere il problema. In particolare, si pensa a un blocco automatico dei servizi (che a volte sono delle vere e proprie truffe) e all’imposizione di una procedura chiara attraverso la quale i clienti debbano dare il consenso all’acquisto.

Per il momento, quella dell’Agcom è una proposta aperta alla consultazione pubblica. Ma l’Autorità ha scritto che la delibera finale arriverà entro quattro mesi, cioè entro la fine dell’anno.

Il problema esiste da anni. In passato l’Autorità aveva trovato accordi con gli operatori telefonici su una serie di misure, senza però riuscire a debellare completamente il fenomeno. Le attivazioni di servizi a pagamento non richiesti sono comunque calate “da 18,9 milioni a 7,6 milioni nel terzo trimestre 2019 per poi ridursi ulteriormente a 3,4 milioni nel secondo trimestre del 2020”, scrive ancora l’Agcom. Un calo dovuto in gran parte all’attività di vigilanza dell’Antitrust sulle pratiche commerciali scorrette che sono valse numerose sanzioni, negli anni passati, agli operatori con marketing troppo aggressivo. Tuttavia, in assenza di un quadro regolamentare adeguato da parte dell’Agcom, il fenomeno è proseguito sotto traccia.

L’Autorità garante per le comunicazioni riconosce che “permane un fenomeno di attivazioni inconsapevoli. Infatti, una serie di segnalazioni ricevute nel corso dell’estate del 2019, hanno portato alla luce un ampio numero di attivazioni anomale su SIM adibite dall’utente al controllo da remoto di dispositivi di varia natura (es. telesorveglianza, teleriscaldamento, etc.). Tali attivazioni sono difficilmente intercettabili e verificabili con gli strumenti messi a disposizione dal CASP 4.0 (ossia le nuove misure protettive, ndr) poiché, essendo la scheda inserita in un apparato che non svolge la funzione di comunicazione testuale, l’SMS di welcome non è visibile al cliente, il quale si accorge dell’attivazione solo dalla riduzione e/o dall’azzeramento del credito telefonico o dal documento di fatturazione. L’impossibilità di leggere l’SMS di welcome non consente al cliente neppure di avvalersi del diritto di ripensamento e disattivare immediatamente il servizio per il quale non ha concesso il consenso all’acquisto”.

Inoltre, l’Autorità sottolinea che “i report inviati dalla società incaricata dell’esecuzione dei controlli” dimostrano “l’inadeguatezza dei sistemi degli operatori a far fronte alle attivazioni inconsapevoli, il che suggerisce di perfezionare il meccanismo di acquisizione del consenso all’acquisto dei servizi premium, anche al fine di rendere disponibile una prova (un SMS, una comunicazione) che l’utente possa conservare per contestare eventuali addebiti per servizi non richiesti”.

A fronte di questi problemi, “la soluzione più idonea a eliminare in radice l’attivazione inconsapevole di servizi premium è il blocco di default” sulle nuove Sim. Su quelle già attive, invece, bisogna “consentire sia al cliente che già abbia in essere uno o più servizi in abbonamento, sia a quello che non ne abbia, di esprimere la propria volontà alla attivazione del blocco”. Gli operatori potrebbero avvisare gli utenti che stanno per bloccare i servizi premium, dando loro del tempo per confermare la volontà di ottenere il blocco, anche con il silenzio-assenso. Per capire meglio il meccanismo occorre aspettare la delibera finale dell’Agcom.

Quanto alle modalità di acquisizione del consenso, al momento sono inefficaci, in quanto non impediscono attivazioni inconsapevoli. Di fatto, ora basta fare doppio clic sulla pagina sbagliata. L’Agcom propone quindi che al cliente sia inviata una “one time password” (OTP) da inserire “manualmente in una pagina web”, oppure che gli utenti debbano “rispondere con un SMS ad un predeterminato numero”. In questo modo, la procedura sarebbe molto più esplicita e vedersi addebitare servizi non richiesti diventerebbe praticamente impossibile.

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