E’ fissata a lunedì la scadenza per le offerte per l’82% della Milano Serravalle, che fa capo per il 53% alla holding provinciale Asam e per il 18,6% al Comune di Milano. Ad oggi, nonostante l’iniziale interessamento di quattro soggetti (Atlantia, il fondo F2i, la società austro-russa Strabag e il gruppo Toto) è difficile prevede se l’asta andrà deserta o meno. C’è però un elemento, presente nel bilancio 2011 di Asam consultato da Radiocor, che nelle prossime settimane potrebbe influenzare la partita, già legata a doppio filo all’Ipo della Sea, dove la Provincia di Milano venderà il proprio 14,5%.
La holding controllata dalla Provincia di Milano, a seguito della svalutazione da 235 milioni di euro apportata alla quota in Serravalle (di fatto il Cda ha dovuto adeguare il valore della partecipazione al prezzo di vendita), ha sforato i covenant su tutti i debiti bancari. Ovvero sia sul finanziamento da 80 milioni di Dexia e Bnl, sia su quello da 100 milioni erogato dal pool composto da Bnl, Monte dei Paschi e Bpm. Il parametro che non è stato rispettato è quello del rapporto tra indebitamento finanziario e patrimonio netto (inevitabilmente eroso dalla svalutazione della Serravalle), un indicatore che non avrebbe dovuto superare quota 0,3.
“Attualmente sono in corso colloqui con le banche finanziatrici”, precisa il rendiconto di Asam, che tuttavia è stata costretta a riclassificare i prestiti (che presentano scadenza ventennale) tra le passività a breve termine. Il motivo? In teoria, a seguito della violazione di un covenant gli istituti di credito potrebbero chiedere il rimborso, anche se è chiaro che una rapida cessione della Serravalle darebbe alla holding munizioni più che sufficienti per uscire dall’impasse con le banche.