Un’altra inchiesta si abbatte sul mondo del calcio. I carabinieri di Napoli hanno arrestato 10 persone (7 in carcere e 3 ai domiciliari) del gruppo di camorra “Vanella Grassi” di Secondigliano in un’ operazione scattata all’alba nel capoluogo campano: i membri del clan, nei confronti dei quali è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare, sono accusati di aver alterato il risultato di alcune partite di serie B in un giro di scommesse.
L’indagine della Direzione Distrettuale antimafia di Napoli I ha portato all’identificazione dei componenti della rete di affiliati vicina al capo clan Umberto Accurso (arrestato dai carabinieri l’11 maggio 2016) e individuato i diversi ruoli dei membri del clan coinvolti. Il giro di scommesse riguarda alcune partite del campionato di serie B della stagione 2013-2014.
Secondo gli inquirenti il clan avrebbe agito attraverso un contatto: si tratterebbe del difensore del Genoa Armando Izzo, convocato anche in Nazionale nel corso di questa stagione. Nel periodo al centro dell’indagine Izzo, che è indagato ma non è stato raggiungo da misura cautelare, giocava nell’Avellino.
Gli altri calciatori indagati sono Francesco Milesi (ora all’Acireale, ma già dell’Avellino) e l’ex calciatore Luca Pini: per i tre si ipotizza il reato di partecipazione esterna ad associazione mafiosa.
Nel mirino degli inquirenti sono finite due partite, per le quali si ipotizza il reato di frode sportiva: la prima è Modena-Avellino del 17 marzo 2014; la seconda è Avellino-Reggina del 25 maggio dello stesso anno. In entrambe le occasioni gli esponenti del clan Vanella Grassi avrebbero corrotto i giocatori per accomodare il risultato, scommettendo grosse cifre sulle gare.
Dal commento del presidente della Lega di B Andrea Abodi emerge il senso di frustrazione verso situazioni del genere, e la difficoltà a provi fine: “Nonostante il gran numero di controlli che facciamo, è impossibile ridurre a zero il rischio di fenomeni di questo tipo: come Lega di Serie B gestiamo 500 partite ogni anno e abbiamo oltre 800 tesserati”.