Dei principali campionati europei la Serie A è l’ultima a partire, ma in quanto a interesse e appeal non è seconda a nessuno. Nonostante i venti di crisi e un ranking Uefa che forse non rende del tutto giustizia, il torneo che prende il via in questo weekend presenta infatti diversi spunti che fanno pensare a una Serie A che potrebbe, si spera, tornare ai fasti di qualche anno fa.
Prima di tutto, i campioni. Quelli che negli ultimi anni, da Ibrahimovic a Cavani, da Lavezzi a Thiago Silva, avevano impietosamente lasciato lo Stivale per accasarsi in lidi forse non più prestigiosi ma sicuramente più ricchi come Manchester, Parigi o in altri casi Madrid e Barcellona, adesso invece tornano. Sarà per i soldi che ricominciano a girare, grazie a gestioni virtuose come quelle di Juventus e Napoli o ad acquisizioni estere come il caso dell’Inter (il cui passaggio in mano straniere è un’altra grande novità della stagione che inizia), o per l’appeal crescente di squadre come lo stesso Napoli capace di convincere tre giocatori del Real Madrid a venire sotto il Vesuvio, o la Fiorentina che presenta una multinazionale da 17 Paesi diversi con il campione d’Europa Mario Gomez al centro dell’attacco, ma la musica sembra finalmente cambiata.
E dunque ecco che ai blocchi di partenza della serie A troviamo giocatori come Carlos Tevez, Gonzalo Higuain, Mario Balotelli, lo stesso tedesco ex Bayern e tutti quelli che sono rimasti, dal rinato El Shaarawy alla garanzia Klose, dal contestato Ljajic ai nuovi Llorente, Giuseppe Rossi, Gervinho e a tutti quelli che devono ancora arrivare, visto che il mercato chiuderà dopo la seconda giornata e che alcune squadre possono contare su una discreta liquidità (Roma e Napoli su tutte) per piazzare qualche colpo dell’ultimo minuto.
E se è purtroppo anche vero che qualche stella ha lasciato l’Italia (vedi Cavani, Osvaldo e Lamela), la Serie A sarà quest’anno il campionato più multietnico del mondo: la Torre di Babele è guidata dalla Fiorentina che ha giocatori di ben 17 Paesi, davanti ai 16 di Inter e Lazio mentre persino la neopromossa Livorno ne conta 6, appena 3 in meno del Milan. La nazione più rappresentata si conferma essere l’Argentina con 45 giocatori, tallonata però dal Brasile con 43 e cresce anche l’Uruguay orfano di Cavani con 19 rappresentanti. Gli svizzeri sono ben 10, i colombiani salgono a 9, ma la vera novità sono gli 11 spagnoli (di cui 3 al Napoli, più l’allenatore Benitez), che mai hanno fatto particolarmente bene in Italia e che sono ora chiamati al riscatto: questo è il campionato che porta ai Mondiali, e fare bene è fondamentale per tutti, stranieri e italiani.
Tornando a questioni che interessano più da vicino i tifosi, gli immancabili pronostici. Difficili da fare, a mercato ancora aperto e con poche partite significative alle spalle sulle quali esprimere giudizi attendibili. Tanto per fare un esempio, il Milan non ha fatto nessun acquisto di grido, ma punta da tempo Ljajic e Honda, e se uno dei due arrivasse già a settembre la posizione in griglia di partenza dei rossoneri potrebbe anche essere spostata più in alto. Tutto sommato, comunque, questa sembrerebbe essere sulla carta un’altra stagione in cui la squadra di Allegri non dovrebbe inserirsi nella lotta scudetto: l’attacco, in attesa dei colpi nominati, è l’unico reparto già ben coperto, mentre l’emergenza vera riguarda il trequartista (in questo senso Honda sarebbe molto più utile di Ljajic) e al limite la difesa, col solito dubbio sui laterali.
Si conferma invece in pole position, come da pronostici unanimi, la Juventus di Conte: se è vero che vincere lo scudetto per il terzo anno consecutivo è molto difficile, è altrettanto innegabile che i bianconeri erano e restano la squadra da battere, con l’aggiunta di due campioni in attacco come Tevez e Llorente, anche se quest’ultimo ha finora convinto poco. Alle spalle della corazzata torinese l’anno scorso è finito il Napoli, che sulla carta si conferma la prima antagonista: il cambio di allenatore da Mazzarri a Benitez desta qualche perplessità visto il drammatico precedente di Rafa su una panchina italiana, ma è anche vero che senza il carisma internazionale del plurivittorioso tecnico spagnolo non avrebbero accettato di andare a Napoli campioni come Higuain, Albiol e Reina, il cui arrivo – insieme ad altri – sembrerebbe al momento aver più che compensato la dolorosa partenza di Cavani.
Dietro al Napoli iniziano ad esserci le prime incertezze: sulla carta la squadra più attrezzata e meglio collaudata è la Fiorentina di Vincenzo Montella, che ora ha finalmente il suo centravanti di peso in Mario Gomez ma sulla quale pesa la spada di Damocle della possibile partenza di Ljajic, in attesa di verificare il pieno recupero di Giuseppe Rossi.
La viola è sicuramente da primi tre posti, ma dovrà guardarsi dalle redivive Milan (vedi sopra) e Inter, che conta sulla certezza di un allenatore vincente come Mazzarri ma che sta ricominciando quasi da zero dopo le ultime stagioni molto deludenti, e dalle romane che non entusiasmano ma che alla fine – soprattutto la Lazio – dicono sempre la loro. Sull’asse Roma-Milano, la squadra più insidiosa per qualità e esperienza, per quanto incompleta, dovrebbe comunque confermarsi il Milan. A seguire, senza le clamorose cessioni di fine mercato, avremmo detto sicuramente Roma, poi Lazio e Inter. Così invece è tutta un’incognita, e i giallorossi potrebbero persino finire in coda a questo gruppetto se i soldi delle cessioni di Osvaldo e Lamela non venissero rapidamente e opportunamente reinvestiti.
Di certezza al momento ce ne è solo una: oggi parte la caccia alla Juventus, e alcune squadre non hanno mai avuto fame come quest’anno. Spettacolo e battaglie sono garantiti.