Siamo spiacenti, sarà per la prossima volta. Juventus e Roma vincono ancora e restano così al comando della classifica, per giunta a punteggio pieno. Numeri impressionanti quelli delle capoliste: 9 a 1 la differenza reti dei giallorossi, addirittura 10 a 0 (!) quella dei bianconeri. Inevitabile allora aspettare con ansia lo scontro diretto di domenica anche se, in settimana, ci saranno le “distrazioni” europee.
I match con Atletico Madrid e Manchester City dovrebbero incidere in maniera quasi uguale sulle gambe, tranne che per il fatto che la Roma avrà un giorno in più per recuperare. Dettagli: le squadre stanno bene e vincono senza tregua pur trovandosi di fronte avversari in giornata. E’ stato così per i giallorossi, bloccati per 75’ da un ottimo Verona, ma anche per i bianconeri, che in quel di Bergamo hanno sofferto più di quanto non faccia pensare lo 0-3 finale. Il sabato di campionato ci ha regalato partite vere, oltre che un bel ping pong di pressioni. Ha cominciato la Roma, la prima a scendere in campo, non a caso più bloccata del solito.
Merito anche del Verona e di Mandorlini, bravo a disegnare una squadra corta e velenosa che ha imbrigliato i padroni di casa quasi per tutto il match. La differenza però, anche questa volta, l’hanno fatta i campioni. Che a Garcia non mancano di certo, indipendentemente dalle scelte di formazione. Non a caso l’uomo decisivo sbuca dalla panchina al 66’ e nel giro di 9 minuti decide la partita. Parliamo di Florenzi, al secondo gol consecutivo all’Olimpico, capace di freddare Gollini con un siluro dalla distanza. E a proposito di gol d’autore, impossibile non soffermarsi su quello di Destro, sin qui il più bello del campionato: un tiro spettacolare da quaranta metri (poco oltre il cerchio di centrocampo) finito sotto la traversa. “E’ stato fantastico – ha dichiarato ammirato Garcia. – Un gran gesto, da vero bomber. Bravi tutti però, abbiamo avuto pazienza e ce l’abbiamo fatta”.
Poco dopo è toccato alla Juventus scendere in campo, con tutto il carico di pressione relativo al successo giallorosso. Ma la Signora, si sa, è abituata a questo e infatti gioca con la consueta tranquillità. Certo, l’Atalanta è tonica e preparata e in un paio di occasioni crea problemi a Buffon, tutto sommato però si tratta di ordinaria amministrazione. Anche perché i bergamaschi uno come Tevez non ce l’hanno. Al 35’ l’Apache sblocca il match con un tocco di rapina e concretizza così un’azione nata sull’asse Llorente-Lichtsteiner. L’Atalanta non si rassegna e nella ripresa avrebbe anche la possibilità di rimettere in piedi l’incontro: Chiellini stende Molina in area, per Orsato è calcio di rigore. Ma di questi tempi Gigi Buffon è davvero insuperabile e neutralizza il tiro con un gran parata, mantenendo così ancora inviolata la sua porta. Passano 34 secondi e la Juventus raddoppia: Tevez sorprende Sportiello da fuori area segnando il sesto gol in cinque partite stagionali. E’ un colpo tremendo per l’Atalanta e il match, di fatto, finisce qui.
Il gol di Morata (82’) è importante per tabellini e almanacchi, oltre che per il morale del ragazzo, al primo centro in Serie A. “E’ stata una bella vittoria, soprattutto perché arrivata in risposta alla Roma – il commento di Allegri nel post partita. – Avevamo l’obbligo di vincere ma contro questa Atalanta non era semplice. E poi ci ha dato una bella mano Buffon, determinante. La differenza tra lui e gli altri portieri è la capacità di essere decisivi subendo un solo tiro in porta”.