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Serie A, il Campionato riparte ma il mercato è ancora aperto: tutti a caccia del Napoli che debutta oggi come l’Inter

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Tutto pronto, niente in ordine. La Serie A riparte dopo due mesi e mezzo di sosta e lo fa (come al solito, del resto) con il mercato ancora aperto, per giunta poche ore dopo la nomina di Spalletti come nuovo Ct della Nazionale. Scenario complesso un po’ per tutti, in particolare per quelle squadre che somigliano ancora a un cantiere aperto e che invece dovranno già pensare a fare punti. In questo contesto diventa impossibile lanciarsi in pronostici o fare griglie di partenza definitive, ma è giusto provarci, sempre tenendo conto che gli equilibri, da qui al 31 agosto, possono ancora cambiare.

Tutti a caccia del Napoli: i campioni sapranno ripetersi?

In prima fila, com’è giusto che sia, c’è il Napoli campione in carica, sia per questione di blasone (chi porta il tricolore sul petto, del resto, è obbligato a difenderlo) che tecniche: alla luce di quanto accaduto finora, infatti, nessuno si è avvicinato così tanto alla squadra capace di stravincere lo scorso campionato. Certo, gli azzurri hanno perso elementi-chiave come il ds Giuntoli, l’allenatore Spalletti e il pilastro della difesa Kim, ma hanno tenuto Osimhen e questo basta e avanza per confermarli in cima alla scala. Il mercato poi ha regalato alcuni spunti interessanti come Gabri Veiga, Cajuste e Natan: a Garcia il compito di inserirli in un gruppo granitico, ma soprattutto di gestire il post Spalletti con tatto e intelligenza. Se così sarà avvicinarsi al Napoli potrebbe essere molto complicato per tutti…

Inter e Juve ci credono, ma entrambe sono ancora alle prese con il mercato 

Le prime inseguitrici sembrerebbero essere Inter e Juventus, se non altro per la qualità dei rispettivi organici, anche se con degli asterischi di mercato belli grossi. I nerazzurri di Inzaghi hanno ancora bisogno di un difensore centrale in grado di sostituire Skriniar (si tratta con il Bayern Monaco per Pavard), ma soprattutto di un attaccante che colmi le partenze di Dzeko e Lukaku, sin qui sostituiti solo numericamente. Thuram e Arnautovic, sulla carta, non rappresentano certo un upgrade, ma Marotta e Ausilio sono “prigionieri” di Correa (se riuscissero a cederlo si butterebbero su un’altra punta), oltre che di un budget davvero risicato.

La Juve invece è rimasta sostanzialmente uguale allo scorso anno, anche se con un Giuntoli in più, il che ci lascia pensare che il mercato sia ancora apertissimo e in grado di regalare qualche scossone. Uno potrebbe essere Berardi, non a caso finito fuori rosa nel Sassuolo, considerato l’ideale per sostituire Di Maria e permettere ad Allegri di schierare un tridente ad alto tasso tecnico con Vlahovic e Chiesa, ma è lecito attendersi altri colpi di scena. Già così comunque la Juve ha tutto per fare bene, visto e considerato che non farà le coppe e dunque potrà concentrare le proprie forze solo ed esclusivamente sul campionato. Ad Allegri (lo stesso discorso vale anche per Inzaghi) il compito di guidare la macchina al meglio, perché questa ha tutta l’aria di essere l’ultima occasione pure per lui.

Milan rivoluzionato, Lazio e Atalanta in sordina, Roma ancora senza punte

Un gradino più sotto troviamo il Milan di Pioli, autore di una vera e propria rivoluzione (quasi) senza precedenti. Il nuovo corso di RedBird, guidato dall’ad Furlani e dal capo scout Moncada, non ha lesinato idee e investimenti, andando a rivoltare la rosa come un calzino, senza guardare a bandiere (vedi Tonali) o passaporti (l’unico acquisto italiano è il secondo portiere Sportiello). In questi casi, di solito, non ci sono mezze misure: o va molto bene (vedi il Napoli l’anno scorso) o accade l’esatto contrario (qui torna in mente lo stesso Milan ai tempi di Yonghong Lee, Fassone e Mirabelli). Gli arrivi, sulla carta, sono tutti di qualità e alzano sicuramente il tasso a disposizione di Pioli, alla prova più difficile e stimolante della carriera. Gli americani gli hanno dato l’appellativo di Coach, il che accresce le sue responsabilità e, di conseguenza, eventuali meriti o colpe. 

A scalare troviamo Lazio e Atalanta, autrici di mercati molto interessanti che le rendono ancor più competitive. Lotito, al primo anno senza Tare, ci ha messo un po’ ma alla fine ha potenziato la rosa con Kamada, Isaksen, Castellanos, Rovella e Pellegrini (niente da fare invece per Lloris, che secondo l’Equipe avrebbe rifiutato il ruolo di vice Provedel), dando a Sarri quelle alternative che dovrebbero consentirgli di affrontare al meglio il doppio fronte campionato-Champions. Ancor più intrigante la nuova Atalanta di Gasperini, che potrà contare su CarnesecchiKolasinac, BakkerTouré e, soprattutto, Scamacca e De Ketelaere. Le ambizioni sono alte, così come l’entusiasmo di una piazza decisa a sognare in grande, proprio come il suo allenatore, apparso nuovamente carico e felice. 

Il contrario di José Mourinho, alle prese con l’estate più difficile della sua lunga e luminosa carriera. Lo Special One deve fare i conti con i problemi di un Settlement Agremeent che i Friedkin, giustamente, rispettano alla lettera, il che complica maledettamente il suo lavoro (e quello di Pinto, s’intende). Il ds comunque ha fatto operazioni di ottimo livello come Aouar, Renato Sanches e Paredes, tutto a costo zero, ma per capire dove potrà arrivare la Roma bisogna aspettare gli attaccanti: Mou, complice il brutto infortunio di Abraham, ne vuole due e spera di poterli accogliere il prima possibile (domani con la Salernitana toccherà a Belotti).

Frosinone-Napoli (ore 18.30, Dazn): Garcia senza l’infortunato Kvaratskhelia

A tagliare i nastri di partenza saranno Napoli e Inter, le prime big a scendere in campo in questo sabato di Serie A: gli azzurri, in particolare, daranno il via al torneo nella gara inaugurale di Frosinone, in contemporanea con Empoli-Verona. Garcia, al debutto ufficiale sulla panchina dei campioni in carica, dovrà subito fare i conti con un’assenza importante come quella di Kvaratskhelia (affaticamento muscolare), ma potrà comunque affidarsi a un 4-3-3 rodato con Meret in porta, Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus e Olivera in difesa, Anguissa, Lobotka e Zielinski a centrocampo, Politano, Osimhen e Raspadori in attacco. Stesso sistema di gioco anche per i ciociari di Di Francesco, che risponderanno con Turati tra i pali, Oyono, Monterisi, Romagnoli e Marchizza nel reparto arretrato, Gelli, Mazzitelli e Harroui in mediana, Baez, Borrelli e Caso nel tridente offensivo. 

Inter-Monza (ore 20.45, Dazn e Sky): Inzaghi punta su Lautaro e Thuram

In serata invece sarà la volta dell’Inter, impegnata a San Siro (tutto esaurito nonostante una Milano semi deserta) contro il Monza. Inzaghi, memore dello scherzetto dello scorso anno, vuole partire forte e regalarsi subito 3 punti, anche perché i brianzoli non hanno ancora smaltito la perdita di Berlusconi, come si è visto nella sfida di Coppa Italia con la Reggiana e, più in generale, in un mercato decisamente a fari spenti. Il tecnico nerazzurro dovrebbe partire con gli elementi più collaudati, con le sole novità Sommer e Thuram: il suo 3-5-2 vedrà, appunto, lo svizzero in porta, Darmian, De Vrij (Acerbi è infortunato) e Bastoni in difesa, Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan e Dimarco a centrocampo, Thuram e Lautaro in attacco, con Arnautovic, Frattesi e Cuadrado pronti a subentrare dalla panchina. Palladino si affiderà invece a due ex come D’Ambrosio e Gagliardini, in un 3-4-2-1 con Di Gregorio tra i pali, D’Ambrosio, Pablo Marì e Caldirola nel reparto arretrato, Ciurria, Gagliardini, Pessina e Kyriakopoulos in mediana, Colpani e Caprari alle spalle dell’unica punta Mota Carvalho.

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