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Serie A, borsino panchine: bene Garcia, Benitez e Conte, rimandato Montella, Allegri a rischio

Il mestiere dell’allenatore, si sa, è sempre a rischio: al momento però le panchine di Serie A sembrano non traballare, tranne quella del milanista Allegri, seppur tra mille attenuanti – Volano invece Garcia e Benitez, mentre all’Inter si vede già la mano di Mazzarri – Sempre bene Conte – Così così Montella e Petkovic.

Serie A, borsino panchine: bene Garcia, Benitez e Conte, rimandato Montella, Allegri a rischio

Arrivano i primi freddi, ma non per gli allenatori. Sulle panchine della Serie A infatti il clima è sempre bollente, e poco importa che sia estate o inverno. Duro mestiere quello del tecnico, seppur ben remunerato. I risultati infatti la fanno da padrone e loro sono costretti a vivere in una perenne roulette russa, dove i croupier (i presidenti) hanno il potere di fermare la pallina da un momento all’altro. Questo rischio è diventato ormai un’abitudine per Massimiliano Allegri, l’allenatore più discusso del momento (e non solo). Anche quando il suo Milan vinceva infatti Berlusconi non gli risparmiava appunti e critiche, figuriamoci ora che le cose vanno davvero male. I rossoneri sono al 12° posto in classifica, con solo 8 punti raccolti in 7 giornate, alla pari con il neo promosso Livorno, a 13 punti dalla Roma capolista e a 5 dalla Sampdoria terzultima. Normale dunque che Allegri sia in discussione, nonostante Via Turati gli riconosca alcune innegabili attenuanti. Infortuni (traumatici ovviamente), squalifiche (Balotelli) e il precedente dello scorso anno, ecco cosa sta tenendo il tecnico livornese ancora in piedi. Non molto insomma per sentirsi saldo; il club vuole una svolta immediata, altrimenti l’incubo di non fare la prossima Champions potrebbe diventare realtà. Ironia della sorte, la squadra che sta andando meglio di tutte è la Roma, proprio quella che lo aveva cercato a lungo in estate. Chissà se Allegri, in cuor suo, rimpiange la scelta fatta qualche mese fa? Probabile, ma difficilmente il club giallorosso starà facendo lo stesso. Rudi Garcia ha conquistato tutti, riuscendo nel miracolo (è proprio il caso di dirlo) di rilanciare alla grande un ambiente uscito devastato dalla scorsa stagione. Carattere, pianificazione e tanto, tanto lavoro, eccola qua la ricetta del sergente di Francia, che ha portato la Roma al primo posto, per giunta a punteggio pieno dopo sette giornate (record assoluto per il club).

Innegabile che dietro tanta grazia ci sia la sua mano: prima ha difeso la squadra dalle contestazioni ambientali, poi le ha ridato coraggio (memorabile la frase alla vigilia del match con la Lazio: “I derby non si giocano, si vincono!”), infine l’ha portata a giocarsela con tutti. Ne sa qualcosa Walter Mazzarri, che sta vivendo con un pizzico d’amarezza la sosta per le Nazionali. Appena una settimana fa il tecnico toscano era sulla cresta dell’onda, poi la sua Inter ha preso una bella scoppola casalinga con la Roma. Intendiamoci, il giudizio resta più che positivo, ma i nerazzurri sono usciti indubbiamente ridimensionati. Troppo presto per capire dove potranno arrivare, ma la mano di Mazzarri c’è e si vede. Del resto la squadra è praticamente la stessa dello scorso anno, tranne il fedele Campagnaro e un paio di buoni rincalzi (Taider, Icardi). Ma se la classifica a maggio l’ha vista chiudere al nono posto e oggi la vede ad un incoraggiante quarto, qualcosa vorrà pur dire…Da non sottovalutare poi la questione Thohir, che da parecchio tempo tiene in scacco Corso Vittorio Emanuele. In campo però nessuno sembra pensarci, anche, se non soprattutto, grazie a Mazzarri e al suo pugno duro. Quando si parla di regole e disciplina è impossibile non pensare ad Antonio Conte. La sua Juve ha perso qualche colpo rispetto alla scorsa stagione, ma i risultati arrivano lo stesso. Il merito del tecnico risulta ancor più evidente se si pensa che, quasi sempre, le vittorie sono venute in rimonta nel secondo tempo. Immaginiamo le sfuriate di Conte nell’intervallo… Per il resto la Juve paga un periodo di scarsa brillantezza fisica, forse dovuto a una precisa scelta per arrivare poi al top nella fase calda della stagione. Certo, il piano prevedeva comunque almeno 4 punti tra Copenaghen e Galatasaray, invece ne sono arrivati solo 2 e questo complica non poco il cammino europeo, ma tutto sommato c’è comunque da essere ottimisti. In Serie A le cose vanno bene e il Real Madrid, grande spauracchio di Champions, non sta affatto attraversando un buon periodo. Sorride anche il Napoli di Rafa Benitez, per tutti ormai Don Rafè. Così lo hanno ribattezzato all’ombra del Vesuvio, a testimonianza che lo spagnolo si è integrato alla perfezione nel meccanismo napoletano. Hanno aiutato i risultati, alcuni spettacolari (2-1 sul Borussia Dortmund vice campione d’Europa), altri storici (vittoria a San Siro sul Milan dopo ben 27 anni d’attesa), tali da non essere scalfiti nemmeno dalle battute d’arresto (sconfitta contro l’Arsenal, 1-1 interno col Sassuolo). Il Napoli sta finalmente acquisendo la mentalità da grande, qualità che tutti attribuiscono a Benitez, il cui palmares effettivamente parla da solo. Rimandati invece Vincenzo Montella e Vladimir Petkovic, il cui rendimento è stato un po’ troppo altalenante. Sul laziale pesano le brutte sconfitte con Juve (8 gol subiti tra Supercoppa e campionato) e Roma, sul fiorentino lo stop di San Siro e i pareggi interni con Cagliari e Parma. Entrambi però hanno anche fatto vedere buone cose, a testimonianza che la stoffa c’è.

Quattro promossi (Garcia, Mazzarri, Conte, Benitez), due rimandati (Montella, Petkovic) e un solo bocciato (Allegri): al momento è questo il bilancio dei big della panchina italiana. Ma molto presto la roulette ricomincerà a girare, e allora, proprio come al tavolo da gioco, potrà davvero succedere di tutto.

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