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Sentenza derivati: Comune di Milano troppo ingenuo

Oscar Magi, giudice del Tribunale di Milano, scrive nelle motivazioni della sentenza che “le banche hanno trattato la controparte in modo sostanzialmente e formalmente scorretto, approfittando di una situazione asimmetrica che, invece, avevano il dovere di riequilibrare”.

Sentenza derivati: Comune di Milano troppo ingenuo

Nella vicenda dei derivati il Comune di Milano si è comportato con una “leggerezza imperdonabile” e non è stato “all’altezza della situazione”. Lo scrive Oscar Magi, giudice del Tribunale di Milano, nelle motivazioni della condanna per nove funzionari di banca e quattro istituti di credito. Il caso riguarda la truffa da 100 milioni di euro organizzata per mezzo di operazioni con strumenti derivati ai danni del Comune di Milano.

“Non può dubitarsi che il Comune non si sia comportato in nessun momento della operazione poi conclusa come un operatore qualificato”, tanto che “affidare la creazione e la gestione del contratto di swap alle stesse banche che gestivano come arrangers il collocamento del bond è stata una ingenuità formidabile che, sebbene causata anche dall’interessato consiglio degli arrangers medesimi, dimostra in modo assai chiaro quale fosse la capacità contrattuale del Comune e la chiarezza informativa dispiegata nella vicenda”. 

Inoltre, per il giudice, da parte di Palazzo Marino “accettare come corretto un calcolo di convenienza economica fatto e rifatto sì da banche consulenti, ma anche controparti, è stata una leggerezza imperdonabile che tuttavia non poteva essere letta se non come una incapacità contrattuale evidente, e, quindi e conseguentemente, bisognosa di tutela e di chiarezza informativa e non di compiaciuto approfittamento”. 

Tutto questo vuol dire “che le banche hanno trattato la controparte in modo sostanzialmente e formalmente scorretto – conclude il giudice -, approfittando di una situazione asimmetrica che, invece, avevano il dovere di riequilibrare”.

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