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Senegal, violenti scontri in vista delle elezioni: l’economia cresce con petrolio e gas, ma la stabilità è a rischio

Pixabay

Giorni di violenti scontri sono scoppiati alla fine della scorsa settimana tra le forze di sicurezza e i sostenitori di Ousmane Sonko, il candidato alla presidenza del 2024 e leader del partito di opposizione PASTEF condannato mercoledì 31 maggio 2023 in contumacia a due anni di carcere per “corruzione di giovani”. 

Senegal: morti e feriti nell’ex faro per la democrazia

Oltre 25 persone sarebbero state uccise e centinaia di altre ferite, mentre la polizia aveva arrestato circa 500 persone in diverse città. I disordini sono i peggiori da decenni in un paese spesso considerato un faro per la democrazia e la stabilità nella regione.       

Il governo ha limitato l’accesso a Internet e ai social ed i manifestanti hanno eretto blocchi stradali sulle principali vie di trasporto. Secondo l’Africa di Human Rights “Le recenti morti e feriti dei manifestanti hanno dato un tono preoccupante per le elezioni presidenziali del 2024 e dovrebbero essere indagate a fondo, le autorità dovrebbero porre fine alla repressione contro manifestanti e critici e garantire la libertà di riunione”. A questa condanna e invito alla moderazione ha fatto eco nei giorni scorsi il portavoce del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, il blocco regionale della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas) e il presidente della Commissione dell’ Unione Africana.

Senegal: la causa dei disordini

Sonko ha fermamente sostenuto che i numerosi procedimenti penali intentati contro di lui negli ultimi anni sono motivati politicamente e fanno parte di uno sforzo del governo del presidente Macky Sall per far deragliare la sua candidatura del 2024. La condanna potrebbe impedirgli di partecipare alle prossime elezioni. È stato incriminato per la prima volta con l’accusa di stupro nel marzo 2021 e deve affrontare diverse accuse di diffamazione e le varie date dei suoi processi negli ultimi due anni sono state spesso accompagnate da esplosioni di violenza, anche con morti come i 5 nel marzo 2021. 

Le tensioni più ampie tra il pubblico stavano già ribollendo negli ultimi tempi, tra le speculazioni secondo cui Sall cercherà un terzo mandato nonostante il limite di due mandati del paese e la sua popolarità in rapido deterioramento dalle ultime elezioni del 2019. 

Le radici alla base dei disordini sono sia politiche sia socio-economiche: l’inflazione dei prezzi al consumo è rallentata dalla fine del 2022, ma si aggira intorno al 9%, con i prezzi dei generi alimentari in aumento di oltre l’11% su base annua. Anche i costi di trasporto, gli affitti, le tariffe dell’elettricità e del carburante sono ancora insostenibili per molti senegalesi. 

Anche se l’economia del paese è cresciuta a tassi record sulla scia d’ingenti investimenti nei settori estrattivi e nei progetti infrastrutturali, comprese le centrali elettriche rinnovabili e alimentate a gas, le condizioni di vita di molte persone non sono migliorate in modo significativo. Molti giovani residenti nelle città si sentono emarginati dal punto di vista socio-economico e sono sempre più frustrati da un governo che, a loro dire, è guidato da leader anziani e distanti, che sono stati troppo lenti nell’ammorbidire il colpo economico della pandemia e l’impatto della guerra in Ucraina. 

Chi è Ousmane Sonko

È questo gruppo demografico che è gravitato verso Sonko, un ex ispettore fiscale e whistleblower che è salito alla ribalta esponendo i paradisi fiscali offshore utilizzati dai membri dell’élite senegalese. Ha fondato PASTEF (Patriotes africains du Sénégal pour le travail, l’éthique et la fraternité; Patrioti africani del Senegal per il lavoro l’etica e la fratellanza), partito di orientamento di centro-sinistra 2014, e dopo il fallimento della sua prima candidatura presidenziale nel 2019, è stato eletto sindaco della città meridionale di Ziguinchor nel 2022. 

Da allora ha stabilito una solida base nel sud del paese, sede della metà delle risorse agricole e del pescato del paese e popolata dai Diola, generalmente cristiani e animisti, ma che sono solo il 5% della popolazione, in un paese a stragrande maggioranza musulmana anche se di 4 confraternite diverse e tra gli elettori disillusi dal punto di vista socio-economico nelle città e nelle regioni industriali, soprattutto giovani. 

La strada verso le elezioni è sempre più impervia

Se la condanna della scorsa settimana persiste, Sonko potrebbe seguire altri leader dell’opposizione come Khalifa Sall (non parente del presidente) e Karim Wade, entrambi condannati con l’accusa di uso fraudolento di fondi prima delle elezioni del 2019 ed esclusi dalla candidatura

Alcuni commentatori hanno ipotizzato che, al fine di dividere il voto dell’opposizione nelle elezioni del 2024, il presidente Sall potrebbe concedere l’amnistia ad alcuni leader politici precedentemente squalificati, dopo che l’apparente soppressione del governo hanno galvanizzato i partiti di opposizione negli ultimi anni. 

Sall era un membro di lunga data del Partito democratico senegalese (PDS), partito liberale di centrodestra. Dopo essere entrato in conflitto con Wade, perché voleva estendere i termini del mandato presidenziale da due a tre, fu rimosso dal suo incarico di presidente dell’Assemblea nazionale nel novembre 2008; di conseguenza fondò il proprio partito denominato Alleanza per la Repubblica (APR) e si unì all’opposizione, presentandosi come strenuo difensore della regola dei due mandati, che adesso ha però abiurato. 

La minaccia di disordini civili aumenterà e sarà esacerbata dagli sforzi del governo di Sall per limitare l’opposizione e la libertà di espressione ma incidenti diffusi e disordini nei principali centri urbani sono attesi in caso di arresto fisico di Sonko o dell’annuncio di Sall che si candiderà come candidato dell’APR regnante per un terzo mandato. Un contraccolpo popolare alle ambizioni di estensione del potere di Sall potrebbe far naufragare le relazioni con i partner d’investimento internazionali, i donatori stranieri e il FMI, il cui sostegno è necessario per mantenere la stabilità fiscale, i sussidi finanziari e i debiti di servizio.

Senegal: petrolio e gas spingono l’economia

Le prospettive di crescita economica a medio termine del Senegal sono migliorate sulla scia di un massiccio afflusso di nuovi investimenti in idrocarburi, con diversi importanti progetti di gas naturale liquefatto (GNL) e petrolio greggio che dovrebbero entrare in funzione entro la fine dell’anno. Ciò si basa su recenti scoperte che hanno accertato riserve di petrolio per oltre un miliardo di barili e gas per oltre 40.000 miliardi di piedi cubi

Uno dei più grandi progetti di gas attualmente in corso in Senegal è il progetto di gas LNG Greater Tortue Ahmeyim (GTA), situato nelle acque offshore a cavallo del confine tra Senegal e Mauritania. Questo progetto faro per il Senegal è il progetto offshore più profondo attualmente in corso nell’Africa subsahariana. La produzione commerciale su larga scala di GTA dovrebbe entrare in funzione nel corso del 2023. 

Per un rapporto del FMI, “Nel breve termine, la sostenibilità del debito rimarrà una preoccupazione primaria poiché i costosi sussidi energetici sottopongono il bilancio pubblico a una pressione prolungata”, ma è improbabile che il governo ascolti il consiglio del FMI di tagliare i sussidi e sta invece aumentando la spesa per gli aiuti socio-economici che mirano ad aumentare il suo fascino in vista delle elezioni del 2024. 

Il mese scorso l’FMI e le autorità senegalesi hanno concordato un nuovo accordo di finanziamento di 36 mesi di circa 1,526 miliardi combinato con uno strumento di resilienza e sostenibilità di 327,1 milioni di dollari, condizionati a un consolidamento fiscale, una governance rafforzata e un quadro per misure contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, oltre a fornire “una crescita più inclusiva e ricca di posti di lavoro”. 

L’organizzazione con sede a Washington ha previsto che la crescita del PIL non legato agli idrocarburi in Senegal raggiungerà il 5,3% nel 2023, in calo rispetto a una previsione iniziale del 6%. La crescita totale del PIL potrebbe superare l’8% quest’anno, se la suddetta produzione di petrolio e gas dovesse iniziare nel quarto trimestre. Si prevede inoltre che il debito pubblico scenderà dal 75% del PIL nel 2022 a livelli più sostenibili nei prossimi anni. La posizione debitoria del Paese è ampiamente considerata stabile, con prospettive ritenute sostenibili a causa dei nuovi ricavi da idrocarburi, previsti entro fine anno.

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Categories: Economia e Imprese