Stop al “transfughismo” e alla frammentazione dei gruppi parlamentari: con la nuova legislatura entra in vigore al Senato anche il nuovo regolamento di Palazzo Madama che appunto mira, tra l’altro, a porre un freno a un fenomeno che in questa legislatura ha fatto segnare ben 524 cambi di casacca in Parlamento.
Dunque l’obiettivo della riforma del regolamento del Senato (che l’aula ha approvato lo scorso dicembre) è quello di arginare la mobilità parlamentare e la costituzione di formazioni prive di un’effettiva presenza politica sul territorio.. E quindi ciascun gruppo deve «rappresentare un partito o movimento politico, anche risultante all’aggregazione di più partiti o movimenti politici, che abbia presentato alle elezioni del Senato propri candidati con lo stesso contrassegno conseguendo l’elezione di senatori».
Fermo restando che la soglia minima per costituire un Gruppo è di 10 senatori. e che iI senatori a vita possono scegliere di non appartenere ad alcun Gruppo. viene tuttavia stabilito che non sono più autorizzati gruppi «in deroga». Nel corso della legislatura non possono formarsi nuovi Gruppi, se non per fusione di Gruppi già costituiti.
Nel caso in cui un Gruppo parlamentare non sia più costituito nella legislatura successiva, gli eventuali avanzi di gestione sono restituiti al bilancio del Senato, salvo l’accantonamento per far fronte a contenziosi o spese. La riforma organica del regolamento del Senato interviene su circa un terzo dei 167 articoli che lo compongono. E oltre che sulla formazione dei gruppi parlamentari, si è intervenuti anche sulle Commissioni permanenti, la semplificazione e razionalizzazione dei lavori e le disposizioni di coordinamento.