Ancora un rinvio per il pacchetto di riforme costituzionali, che comprende la controversa rivoluzione del Senato. Il testo sarebbe dovuto approdare oggi alle 16 e 30 in Aula a Palazzo Madama, ma l’ufficio di presidenza ha aggiornato la riunione della commissione Affari costituzionali alle 15 per concludere i lavori e arrivare in Aula lunedì mattina.
Intanto si susseguono riunioni di maggioranza, governo e Fi per trovare una soluzione al nodo sulla composizione del Senato, dopo l’opposizione manifestata da Lega e Ncd alla riformulazione del testo da parte della relatrice Anna Finocchiaro. In ogni caso, a questo punto è probabile che le ulteriori modifiche saranno apportate in Aula.
“La soluzione più ragionevole è andare in Aula lunedì alle 11 con la relazione sulle riforme, sapendo che alcuni nodi andranno risolti dall’Aula”, ha detto oggi il relatore Roberto Calderoli, che ha ritirato la firma sugli emendamenti riguardanti le modalità di elezione dei senatori da parte dei Consigli regionali e le competenze regionali sugli enti di area vasta.
Secondo quanto hanno riferito alcuni senatori, Calderoli contesta l’emendamento che assegna allo Stato una riserva di legge sui criteri generali riguardanti gli Enti di area vasta, che l’esponente del Carroccio vorrebbe lasciare alla competenza esclusiva delle Regioni. L’altro punto critico riguarda le norme transitorie applicative del principio della proporzionalità con cui i senatori sono scelti dai consigli regionali in base alla consistenza dei gruppi.
“Nel testo presentato i consigli regionali non votano più i senatori, perché vengono scelti dai capigruppo dei partiti. Non c’è più neanche l’elezione indiretta – ha sottolineato Calderoli –. Meglio quindi se ci prendiamo sabato e domenica per metterci un po’ di buon senso e lo risolviamo in Aula da lunedì”.