La Relazione del Garante delle Micro Piccole e Medie Imprese sottolinea la difficile situazione che le imprese in questione stanno affrontando, ma anche i segnali positivi che giungono dalle reti di impresa, dall’internazionalizzazione e dalla diffusione del commercio elettronico.
Tale Relazione ha esaminato 71 delle più significative misure varate nel corso del 2012 dal Governo e dal Parlamento a favore delle imprese micro, piccole e medie. L’aspetto più critico rimane quello dei tempi di attuazione delle misure di sostegno che spesso, per diventare operative, richiedono l’emanazione di regolamenti che allungano oltre misura i tempi. A questo riguardo è emblematica la vicenda dei pagamenti dei debiti della P.A., come già sottolineato in un precedente articolo. Un altro elemento critico su cui si sofferma la Relazione è rappresentato dalla mancanza di una vera e propria “terapia d’urto” in materia di semplificazioni. In questo caso, diverse sono le misure proposte per eliminare i passaggi burocratici inefficaci. Tra le priorità, vengono evidenziate le agevolazioni fiscali per le reti di impresa per gli investimenti e l’innovazione, l’ampliamento della compensazione tra crediti e debiti verso l’erario, la riduzione del costo dell’energia per i consorzi di piccole imprese. Per sostenere le imprese che hanno necessità di investire, infine, si ripropone uno strumento agevolato per l’acquisto o il leasing di macchine utensili e di produzione.
In particolar modo, la Relazione e gli allegati alla medesima sottolineano l’esigenza di una politica europea più efficiente, capace di sostenere la domanda per beni di consumo, dal momento che pure le misure introdotte per fronteggiare le emergenze e creare ambienti più favorevoli valorizzando le capacità delle imprese, difficilmente hanno prodotto effetti significativi quando lasciate a se stesse, vedi anche a fronte dei tanti ritardi applicativi. In questa prospettiva, se il volano della domanda interna non verrà attivato al più presto, il depauperamento imprenditoriale rischia di divenire difficilmente recuperabile poiché l’export non può trainare da solo l’intero sistema economico, né garantire le necessarie prospettive di sviluppo del mercato interno. E tale pericolo potrà essere scongiurato solo quando l’UE intraprenderà politiche tempestive e decise di sostegno alle attività produttive, al lavoro e alla crescita economica.