Il Governo Renzi ha fatto molte buone cose e soprattutto manifesta la volontà di continuare l’opera di risanamento e modernizzazione del Paese. Forse per la prima volta, dopo molti anni, si torna a discutere di come accelerare lo sviluppo invece di pensare solo a pararare i colpi della crisi. Molte cose rimangono da fare. Soprattutto non basta fare delle buone leggi (ed è difficile) bisogna seguirne l’implementazione nella prassi quotidiana.
In questo quadro la stabilità politica è un fattore cruciale per mantenere la fiducia che oggi comincia a manifestarsi verso l’Italia. Per contro il riaffacciassi dell’instabilità politica porterebbe ad un appassimento dei primi germogli di ripresa, vanificando l’occasione offerta da un quadro internazionale molto propizio. Questo in sintesi, il messaggio che il presidente dell’Assonime Maurizio Sella, ha scandito con nettezza all’assemblea annuale della propria associazione. Un messaggio non ideologico, come è tradizione di una associazione tra le SPA che svolge un importante ruolo tecnico sia rispetto al Governo ed al Parlamento italiani sia nei confronti delle autorità europee.
A quest’ultimo proposito, Sella non lascia margini di ambiguità sull’Europa e sull’Euro, affermando che non c’è futuro al di fuori della costruzione europea ma che questa soffre di gravi lacune, in particolare per la mancanza di un vero bilancio comunitario, che vanno al più presto colmate. Sella non ha risparmiato una critica ai paesi che un eccessivo surplus della bilancia commerciale che si ostinano a non fare politiche di espansione della domanda interna. Particolarmente interessanti sono i suggerimenti tecnici su materie di grande rilievo per la modernizzazione del sistema produttivo e più in generale dell’intero Paese.
In generale occorre liberare l’economia dall’eccesso di vincoli normativi e questo si può fare partendo da una profonda riforma della PA (il ddl del Ministro Madia in discussione al Parlamento, è ritenuto molto positivo). La PA deve abbandonare le logiche formalistiche e puntare molto sui risultati, premiando il merito e le eccellenze professionali. Non si tratta solo di risparmiare tagliando la spesa, ma di organizzare una PA al servizio dei cittadini e non prigioniera solo delle “procedure”. La corruzione è una malattia endemica del nostro sistema sia a causa della mancata riforma della PA sia per l’eccessiva invadenza dei politici nella gestione anche attraverso una miriade di società controllate, soprattutto a livello locale, che occorrerebbe razionalizzare e in molti casi restituire al mercato. Due rischi sono ritenuti dagli investitori internazionali particolarmente gravi: quello regolatorio, e cioè l’instabilità delle norme che regolano i rapporti tra il pubblico ed il privato, specie nel settore dei servizi, e quello giudiziario di cui tante volte si è parlato.
In questo secondo caso l’Assonime inserisce due nuovi elementi di preoccupazione: il primo riguarda la scarsa considerazione da parte dei giudici dei modelli elaborati dalle imprese per fronteggiare i rischi, ed il secondo riguarda la nuova normativa sulla class Action che rischia di mettere le imprese in una situazione di estrema incertezza. Sella si limita ad auspicare che il Senato modifichi la disciplina approvata dalla Camera, ma forse merita sottolineare che riportare la Class Action nell’ambito della disciplina europea non vuol dire comprimere i diritti dei consumatori o dei cittadini, ma semplicemente non cadere nella trappola di un eccessivo ruolo della magistratura nell’intervenire in tutte le questioni di politica economica come a esempio le pensioni o i servizi pubblici che devono essere regolate sulla base di criteri di tipo politico.
Se i cittadini non sono soddisfatti del servizio dei treni pendolari o del sistema pensionistico valuteranno le varie proposte in materia avanzate dalle forze politiche e poi decideranno con il voto da chi farsi amministrare, senza cadere nella falsa illusione di una magistratura indipendente che con le proprie decisioni tutelerebbe i diritti dei cittadini. Infatti nel caso delle pensioni o di molti servizi pubblici le sentenze lasciamo scoperto il lato di chi deve coprire le eventuali maggiori spese pubbliche e nulla dicono su chi devono ricadere gli oneri delle eventuali maggiori tasse. Anche per le imprese con la nuova legge l’ammontare dell’eventuale risarcimento rimarrebbe a lungo indeterminato con conseguenze disastrose sulla significatività dei bilanci aziendali.
La relazione dell’ Assonime è ricca di spunti tecnici di grande interesse. Sarebbe auspicabile che i nostri politici, invece di azzuffarsi sempre su questioni di schieramento, inaugurassero un modo di confrontarsi su proposte concrete, sulla loro fattibilità, stando bene attenti a non sparare soluzioni che nella loro apparente semplicità, finirebbero poi per condurre a risultati opposti rispetto a quelli voluti.