Una seduta piatta, all’apparenza anonima, condizionata dall’assenza del mercato americano. Ma, a ben vedere, non sono mancati i motivi di interesse per piazza Affari e gli altri listini del Vecchio Continente.
E’ stata, innanzitutto, la giornata dell’energia “verde” grazie alle notizie in arrivo dalla Germania: il governo di frau Merkel ha deciso la chiusura delle 17 centrali nucleari tedesche entro il 2022. La reazione non si è fatta attendere sui listini di tutta Europa. A Francoforte ci sono stati robusti rialzi per le società attive nelle rinnovabili: SolarWorld, Sma Solar, Nordex, Q-Cell, Phoenix Solar. In ascesa anche la scandinava Vestas e la Renewable Energy. Il trend, ovviamente, ha interessato anche il mercato italiano: Enel Green Power ha sfiorato un rialzo del 5%, bene anche Terni Energia (+2,9%) stimolata pure da una mini acquisizione che le permette di entrare nel campo del risparmio energetico. In forte ascesa, inoltre, Falck Renewables e Pramac.
Sul fronte dei finanziari, invece, regna sovrana l’incertezza sul fronte greco, con ricadute un po’ per tutto il settore financial. Ne ha fatto le spese, in particolare, Intesasanpaolo (-1,1%) e Mps (-1%); l’incontro di Victor Massiah con gli analisti ha coinciso con un modesto rialzo dell’Ubi (+0,4%).
Intanto, all’ombra del Partenone, continua il confronto tra gli ispettori della trojka (Bce, Fmi e Ue) con i responsabili del governo greco in vista di un possibile, ma tutt’altro che certo, nuovo finanziamento ad Atene. Secondo il ministro delle Finanze greco, George Papaconstantinou, per l’accordo è questione di ore o poco più. Assai più cauti gli sherpa tedeschi: forse si chiude a fine settimana.
Quanto all’esito delle aste del Tesoro italiano, scaccia le ombre del downgrading di S&P e i dubbi del The Wall Street Journal: sono stati collocati, a tassi leggermente cedenti, 8,285 miliardi di euro complessivi di titoli a medio lungo termine. In particolare la domanda per il Btp triennale ha coperto l’intera offerta di 3,5 miliardi ad un rendimento pari al 3,43% (contro il 3,45 precedente). Intanto, sul fronte valutario va registrato l’ennesimo record del franco svizzero (1,218) mentre l’euro perde posizioni anche sul dollaro (1,428 da 1,4319).
Per quanto riguarda l’industria, non arrivano note confortanti sul fronte macro: l’indagine rapida del Csc di Confindustria registra un modesto +0,1% della produzione industriale per il mese di maggio. In cambio, al mercato continua a piacere il rush di Fiat verso Chrylser: dopo l’Ok del governo Usa Marchionne ha già fatto sapere che a giorni verrà acquisito anche l’1,6% in mano al Canada.
Tra i titoli minori, da segnalare il balzo (+7,2%) di Aeffe dopo che il presidente Massimo Ferretti ha dichiarato di avere allo studio il rientro in Italia dalla holding lussemburghese di controllo.
Infine, una nota legata alle elezioni amministrative. “Con la vittoria del centro sinistra non cambia niente”, ha dichiarato il presidente del consiglio di sorveglianza di A2A Graziano Tarantini, vicino alla Compagnia delle Opere. “L’importante è che venga mantenuta l’autonomia del management”. Ma lo stesso Tarantini ha aggiunto,a proposito della sorte di Edison, contesa ai francesi di Edf, “ che ora bisognerà vedere se ci saranno ripercussioni dal cambio di maggioranza a palazzo Marino”.