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Sede Ema, il Governo fa ricorso alla Corte Ue

FIRSTonline

L’Avvocatura dello Stato italiana ha presentato ricorso alla Corte di giustizia europea contro l’assegnazione ad Amsterdam della sede dell’Ema, l’Agenzia europea del Farmaco, attraverso una decisione nella sostanza assunta dal Consiglio Europeo. Lo rendono noto fonti di Palazzo Chigi.

Il ricorso, spiegano le stesse fonti, “appare doveroso” in seguito alle notizie apparse ieri sulla sede destinata a ospitare l’Agenzia. Il ricorso chiederà alla Corte di verificare se la decisione su Amsterdam non sia da considerarsi viziata da informazioni incomplete sulla sede dell’Agenzia. In parallelo, anche il Comune di Milano ha presentato un ricorso al Tribunale di prima istanza cui può rivolgersi chi è “direttamente coinvolto” nelle decisioni europee.

Lo scorso novembre Amsterdam ha beffato Milano nella corsa per aggiudicarsi il quartier generale post-Brexit dell’Agenzia europea del Farmaco, ma ora viene fuori che non riuscirà a rispettare i tempi. In una conferenza stampa congiunta con le autorità olandesi, il direttore dell’Agenzia, Guido Rasi, ha fatto sapere che il palazzo di Amsterdam destinato alla sede Ema non sarà agibile in tempo per il trasferimento da Londra e che la soluzione transitoria proposta dagli olandesi “non è ottimale”, perché lo spazio a disposizione sarà la metà di quello della sede britannica. Il doppio trasloco avrebbe anche altre due conseguenze negative: aumenterebbe i costi e allungherebbe i tempi di ritorno alla piena operatività.

Perciò il governo italiano torna all’attacco, pur sapendo che ormai le speranze di ribaltare il verdetto di Bruxelles sono minime. Bruxelles infatti frena: la decisione “è stata dei 27 Stati membri e non abbiamo niente da dire» a questo proposito, ha dichiarato il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas, dopo la decisione dell’Italia di presentare ricorso.

“Ho chiamato Gentiloni – ha detto il sindaco di Milano, Beppe Sala – e gli ho detto: è il momento di essere aggressivi, facciamolo, proviamoci, fino in fondo. Siamo sinceri, le possibilità di una riassegnazione della sede a Milano non sono altissime, ma dobbiamo provarci”.

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