E’ previsto per domani mattina al Ministero dello Sviluppo un incontro tra i responsabili di Italiaonline, che lo scorso anno ha incorporato la Seat-Pagine Gialle, con i sindacati ed i rappresentanti del Governo per arrivare ad una definizione della lunga vertenza dei lavoratori colpiti dall’inarrestabile declino delle Pagine Gialle cartacee sostituite da internet. E del resto è evidente che l’azienda non può affrontare la sfida del nuovo portandosi dietro l’intero peso di una produzione ormai obsoleta che non trova più l’interesse dei consumatori.
Il declino della Seat – Pagine Gialle è indubbio ed inarrestabile. Tra il 2007 ed il 2015 il fatturato è passato da 1.445 milioni di Euro a soli 365 milioni di Euro. Ancora più impressionante il crollo dell’Ebitda che è passato da 648 milioni del 2007 a soli 17 milioni nel 2015. Una cifra non sufficiente a sostenere gli investimenti per cui o non riusciva ad affrontare le innovazioni della tecnologia o serviva cassa fresca per poterli finanziare.
Questo drammatico cambiamento dello scenario è avvenuto soprattutto a causa dell’arrivo delle nuove tecnologie digitali che hanno progressivamente sostituito il cartaceo. L’azienda ha cercato di reagire offrendo nuovi prodotti ma questa evoluzione non è stata sufficientemente tempestiva tanto che il continuo peggioramento dei conti economici ha portato la società stessa a dichiarare l’insolvenza.
Nel 2016 Italiaonline ha rilevato la vecchia Seat ed ha avviato un’opera di ristrutturazione e di lancio di nuovi prodotti che appaiono competitivi su un mercato che nel frattempo era stato completamente monopolizzato dai colossi internazionali del digitale.
Sono stati anni di gravi difficoltà per tutti i dipendenti. Anche i massimi dirigenti hanno subito una decurtazione dei loro stipendi che infatti sono scesi tra il 2011 ed il 2016 da oltre 8 milioni a 2,7 milioni.
Ora è arrivato il momento di prendere delle decisioni. Le opportunità che le trasformazioni digitali offrono possono essere colte se ci si concentra sugli investimenti e se si possono assumere giovani “nativi digitali” magari usciti dai nostri ottimi Politecnici, che invece se l’azienda non riesce a decollare non trovano sbocchi in questo paese e sono costretti a guardare oltre frontiera.
La tecnica del rinvio continuo rischia di far perdere all’industria italiana delle opportunità e lascia il mercato completamente in balia delle grandi imprese internazionali.
Quello che più dispiace è la riduzione degli stipendi del top management. Sapete se c’è modo di fare una colletta?
Perché non un calcio ben meritato verso l’uscita ? Se l’azienda è in cattive acque è tutta colpa loro che non si sono accorti dei tempi che cambiavano o che hanno reagito in modi da burosauri con procedure complicate e rigide.