Le pagine Gialle cartacee come si sa, sono state completamente sostituite da internet. Nessuno le usa e quindi non ci sono più gli inserzionisti pubblicitari e i piccoli utenti che pagavano piccole somme per essere nominati negli elenchi. Di conseguenza non vengono più stampate e la florida società che fino ad un decennio fa sembrava la gallina dalle uva d’oro – la SEAT – è entrata in profonda crisi, stava per dichiarare completa insolvenza quando è stata acquistata da Italiaonline che sta portando avanti la trasformazione digitale delle ex Pagine Gialle. Ma questo processo comporta un gran numero di esuberi del personale abituato a fare il vecchio lavoro e la riconversione di parte di esso in un nuovo mestiere basato sul digitale.
Inizialmente Italiaonline aveva prospettato la chiusura della storica sede di Torino ed il licenziamento di 400 dipendenti per parziale cessazione di attività. Il ministro Calenda ha avviato una mediazione che ha portato l’azienda a presentare un nuovo piano che prevede il dimezzamento degli esuberi da 400 a 200, con la creazione di una nuova Digital Factory cioè una linea di produzione capace di dare consulenza alle piccole e medie imprese. Circa la metà delle persone che potrebbero rimanere in azienda dovrebbe essere trasferita a Milano e prima seguire un corso di formazione per impadronirsi delle nuove tecnologie. La restante metà circa rimarrebbe a Torino dove si occuperebbe soprattutto di problemi amministrativi.
La risposta dei dipendenti torinesi è stata negativa. Il ministro Calenda è stato accusato di ogni nefandezza, mentre nella sostanza i dipendenti sostengono che non ci si può fidare dell’azienda in quanto l’accordo prevede che alla fine del corso di formazione siano dei valutatori indipendenti a decidere le effettive competenze acquisite dal lavoratore ed abilitarlo così al nuovo lavoro. In sostanza temono che la storia dei corsi sia una finta e che di fatto alla fine del periodo di cassa integrazione saranno tutti licenziati. Nessuno in effetti si vuol far valutare.
Cosa può accadere nei prossimi giorni ed in particolare mercoledì quando è previsto un nuovo incontro al Mise tra le parti? E’ chiaro che la creazione di una nuova Digital Factory rappresenta per l’azienda un importante investimento per stare sul mercato ed era reso possibile grazie all’appoggio di Invitalia ed Unioncamere. Ma se i sindacati rifiuteranno il compromesso l’azienda dovrà probabilmente procedere all’attuazione del vecchio piano che prevedeva la chiusura della sede di Torino ed il licenziamento per cessazione di attività di tutti i 400 dipendenti. Ed in più si dovrà rinunciare per il momento alla creazione di una nuova divisione capace di competere sul mercato digitale che certo rappresenta il futuro per molte aziende che devono guadagnare competitività. Insomma l’Italia rischia di perdere ancora terreno rispetto ai giganti internazionali che stanno da tempo occupando il mercato.
Quoto Michele
Seat la più grande web company italiana???? Ma stiamo scherzando? Seat appioppava lo spazio web a tutti quelli già inseriti nell’elenco e cercava di farsi pagare per questo. E’ un po’ come la storia che il Tavernello è il n°1 dei vini italiani. Grazie al c…o!! La gente lo usa per cucinare. Ma poi, ne capite voi di siti Internet? Quello che offriva Seat non si poteva chiamare sito Internet, fatemi il piacere.
Vergogna
Articolo fasullo. Seat era la più grande web company italiana, partner di Google e digitale da anni…. valeva 3 volte italiaonline ed era uscita pulita da un concordato…
Informatevi prima di scrivere…
ma non si possono scrivere articoli così pieni di imprecisioni.
>stava per dichiarare completa insolvenza quando è stata acquistata da Italiaonline
Non è così, prima di scrivere si informi!
>Le pagine Gialle cartacee come si sa, sono state completamente sostituite da internet.
Non è vero, la carta fa ancora circa 1/3 del fatturato. Si informi!