Il Partenone vale meno di una mela. Ma non di una mela qualsiasi, di quella di Cupertino. La società fondata da Steve Jobs ha chiuso la seduta di ieri con una capitalizzazione di 497 miliardi di dollari (circa 380 miliardi di euro). Non è troppo difficile fare due conti. Il pacchetto di aiuti promesso alla Grecia vale 130 miliardi di euro e la riforma salva-Italia del governo Monti circa 30 miliardi. Questo significa che la Apple vale un bailout di Atene e quasi 8 misure italiane.
L’istituto di ricerca Gartner, tra le più importanti società di ricerca del settore tecnologico, ha reso noto questa mattina i dati sulle vendite di cellulari e smartphone. L’azienda guidata da Tim Cook si è confermata leader nella vendita di telefonini-intelligenti con la maggiore quota di mercato, il 19% delle vendite totali nel 2011. Trascinata dall’uscita del 4s, negli ultimi tre mesi del 2011 Apple ha venduto 35,5 milioni di i-Phone: un 121,4% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Con una quota del 23,8% delle vendite totali in questo ultimo periodo del 2011 è stata proprio la Apple a permettere al mercato dei cellulari in Europa a tornare in positivo e a segnare un aumento del 47,3% rispetto allo stesso periodo del 2010.
Sono dati incoraggianti anche quelli trimestrali. Gli utili complessivi hanno più che duplicato quelli dell’ultimo trimestre del 2010 a 13,1 miliardi e i ricavi sono aumentati del 73% a 46,3 miliardi di dollari. I benefici della Apple valgono circa il 6% dei ricavi dello S&P 500 dell’ultimo trimestre del 2011 e questo fa del gruppo californiano il maggiore contribuente nei rialzi dell’indice delle 500 maggiori società americane. Secondo molti analisti, oltre il 10% dell’aumento complessivo registrato dallo S&P 500 nel 2011 (+7,4%) è imputabile alla Apple. E oggi la Mela vale circa il 3,8% dell’indice. Anche sul Nasdaq la società ha il suo peso e vale il 16,6%, più di Google, Intel e Amazon messe insieme.
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