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Scusate, ma quest’anno alla prima della Scala non ci sarò…

Scusate ma non ci sarò, quest’anno, alla prima della Scala. Proprio quel giorno rientro da Tripoli dopo il vertice col presidente libico, e poi volo subito a Londra dalla principessa Kate, per monitorare le sue nausee. E anche se all’ultimo momento decido di restare a Milano mi hanno invitato al Museo della Scienza per la mostra interattiva sul bicentenario dei pompieri. Anzi, ora che ci penso, non posso mancare alla manifestazione di Mountain Wilderness in difesa del Sassolungo. Insomma, vado a sciare. Con tanti saluti a Wagner, Barenboim e compagnia cantante. Sarà una giustificazione sufficiente? Certo, non è seria come quella del presidente Napolitano, che deve rimanere al Quirinale per seguire da vicino una situazione politica in odore di crisi di governo. Ma dopotutto non sono il capo dello Stato. E in passato abbiamo visto un premier come Berlusconi snobbare il maggior teatro nazionale per un cinema di Vimercate dove davano un film catastrofico, 2012 (nella scena clou, con la fine del mondo alle porte, il presidente del consiglio italiano prega insieme al papa). Figurarsi se ci andrà quest’anno, che non è più a Palazzo Chigi. E poi, per un musicista crucco, un kapò, un culone inascoltabile. Anche se il Lohengrin, col cavaliere d’argento che combatte il magistrato cattivo, potrebbe essere nelle sue corde. Per intanto, alla prima dei giovani, ci ha mandato la figlia Barbara, stranamente senza Pato (e tutti a chiedersi, sarà già finita?).

Insomma, mi perderò l’evento più atteso della vita mondana milanese. Del resto, dopo la spending review lo smoking dell’anno scorso mi va largo e non ho pensato a farlo restringere come il sindaco Pisapia. Non potrò vedere la sfilata dei ministri, con Monti che alla Scala è di casa da quando aveva i pantaloni corti (e chissà se il pubblico gli chiederà il bis), la signora Elsa che guarda caso si chiama come l’amata di Lohengrin, e il ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi che anche questa volta riuscirà a entrare gratis. A differenza di tanti Vip vittime dell’austerità di Pisapia, che insieme allo smoking ha tagliato i biglietti omaggio. Mi perderò la sceicca del Qatar e la nuova fidanzata miliardaria di Lapo Elkann, l’abito wagneriano di velluto rubino di Marinella Di Capua e quello da Barbie di Daniela Javarone, presidente degli amici della Lirica, e forse le minigonne e i tacchi dodici di qualche olgettina scampata al diluvio. Ma soprattutto mi perderò la cena di gala alla società del Giardino, col risotto in Bellavista e gli “stinchetti disossati”. Che per un paese ridotto all’osso, sono proprio la ricetta ideale.

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