Le tecnologie digitali rafforzano l’efficacia della didattica tradizionale. È quanto emerge dall’indagine Censis rivolta ai primi 5mila iscritti al corso gratuito “Nuovi Docenti Digitali – La didattica integrata per le scuole aperte”, svolto da WeSchool nell’ambito del progetto Operazione Risorgimento Digitale, in linea con il protocollo di intesa triennale tra TIM e il Ministero dell’Istruzione finalizzato ad accelerare la digitalizzazione delle scuole italiane.
Nel dettaglio, il corso è pensato per aiutare i docenti nell’applicazione delle “Linee guida per la didattica digitale integrata”, emanate dal Ministero dell’Istruzione per arricchire l’insegnamento con nuove tecnologie digitali e metodologie didattiche, applicabili sia in presenza che a distanza. È completamente personalizzabile, in base alle esigenze del docente, e prevede un breve test preliminare per suggerire un percorso individuale.
Il corso, attivo da dicembre 2020 fino al 9 aprile 2021 con una durata di circa 18 ore, è destinato a tutti i docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado. E proprio sulle opinioni dei corsisti che si basa l’indagine Censis. In particolare, in merito alle difficoltà riscontrate durante la didattica a distanza e le competenze digitali di cui hanno bisogno.
Secondo il 92,1% dei corsisti le nuove tecnologie digitali sarebbero in grado di rendere più efficaci e coinvolgenti le lezioni frontali. La consapevolezza che la didattica digitale integrata possa risultare più efficace di quella tradizionale sembra ormai consolidata. Per l’86,7% dei docenti l’insorgere della pandemia ha determinato una forte spinta al processo di digitalizzazione delle attività didattiche.
Anche se il desiderio di una “nuova normalità” rimane molto forte: seppur insostituibile la didattica in presenza, l’89,4% ritiene che bisognerebbe integrarla con gli strumenti digitali. Una posizione che vede, dunque, i docenti interessati a un’evoluzione delle proprie competenze a livello tecnologico per poterle applicare nel rapporto con gli studenti e nelle metodologie di insegnamento innovative.
In futuro le tecnologie giocheranno un ruolo cruciale in tutti i settori, soprattutto nei processi educativi. Risultati che trovano conferma anche nel 54esimo “Rapporto sulla situazione sociale del Paese” realizzato dal Censis presso i dirigenti scolastici. Per il 97,5% degli intervistati la didattica in presenza non potrà mai essere sostituita, ma la diffusione degli strumenti digitali rappresenta un’opportunità da cogliere e includere nei nuovi processi formativi.
“TIM ha sempre sostenuto la scuola e in un momento come questo non potevamo far mancare il nostro sostegno ai docenti per accompagnarli verso l’evoluzione digitale del sistema educativo – ha dichiarato Andrea Laudadio, Responsabile TIM Academy & Development -. Con Operazione Risorgimento Digitale vogliamo contribuire alla costruzione della scuola di domani attraverso un approccio metodologico, strutturato e con percorsi di formazioni personalizzati. Una scuola nuova che integra le tecnologie digitali nei processi di apprendimento: una grande opportunità per l’intero sistema, perché riguarda il futuro dei nostri giovani”.
“L’indagine conferma che al ritorno in classe la scuola italiana non sarà più quella che era prima dell’emergenza sanitaria” – ha commentato Marco De Rossi, fondatore di WeSchool -. La tecnologia cambia i nostri comportamenti e non si può disimparare. La volontà dei docenti, e serve un profondo rinnovamento delle metodologie didattiche per farlo, è arrivare a una scuola in presenza aumentata e potenziata dalla dimensione digitale, esattamente come avviene nel mondo del lavoro”.