Aumenti in vista per presidi e docenti. Tra le novità in arrivo nella Legge di Bilancio 2018, il governo sta pensando di inserire anche alcune novità nel settore della scuola: dopo la riforma della Buona Scuola, stavolta l’esecutivo vorrebbe mettere ulteriormente mano al portafoglio per garantire, in particolare ai 7mila presidi, sostanziosi aumenti di stipendio.
I presidi, che percepiscono mediamente non più di 58mila euro all’anno, dal 1998 sono a tutti gli effetti dirigenti della Pubblica amministrazione, ma sono tra i dirigenti meno pagati nella Pa. Il contratto è scaduto dal 2010 e la retribuzione media lorda dei dirigenti scolastici è ferma a 36.661,09 euro netti: si tratta di circa 2.800 euro netti di media al mese. Secondo indiscrezioni si parla di un primo stanziamento da 90-95 milioni di euro per l’intero settore, cioè non solo presidi ma anche docenti e personale tecnico e amministrativo, i cosiddetti Ata, questi ultimi potendo contare su uno stipendio base di soli 22 mila euro all’anno.
Mentre però per professori e tecnici l’aumento in arrivo è quello da 85 euro che già rientra nella riforma della ministra Madia sul rinnovo del contratto degli statali, nel caso dei vertici, ovvero i presidi, questo aumento da 85 euro si aggiungerà allo “scatto” aggiuntivo da inserire nella prossima legge di bilancio. Un riconoscimento che il Governo vuole dare a una figura resa sempre più centrale dalla riforma della Buona Scuola.