“Il governo non metta in discussione il giudizio descrittivo nella scuola primaria”. È il monito lanciato dalla rete di associazioni scolastiche composta da AIMC – ANDISCEMEA – CGD – CIDI – FLC CGIL – LEGAMBIENTE SCUOLA E FORMAZIONE- MCE -PROTEO FARE SAPERE- UCIIM. Il rischio di tornare a valutazioni riformate appena tre anni fa preoccupa dirigenti, insegnanti e famiglie.
Per martedi 27 febbraio, ore 17:30 è fissata una Conferenza Stampa presso la Sala Stampa della Camera dei deputati in Via della Missione 4. “Un emendamento presentato dal governo nella seduta della Commissione cultura e istruzione del Senato del 7 febbraio scorso, nel corso dell’esame del DDL relativo al voto in condotta, propone di smantellare la riforma che appena tre anni fa introduceva il giudizio descrittivo alla scuola primaria” dice il Comunicato stampa delle associazioni. “In assenza di una documentazione sui processi in atto, di una verifica sulle esperienze condotte nelle scuole, di un’interlocuzione con il mondo della scuola e della ricerca universitaria questo governo decide di interrompere un processo di rinnovamento della cultura e delle pratiche valutative”. Se l’emendamento passerà, sarà il quarto cambiamento dal 2008. Fino ad allora c’erano i giudizi, poi i voti sostituiti nel 2020 dai giudizi descrittivi e ora si passerà ai giudizi sintetici.
Un appello al Ministro Valditara
Sulla vicenda nei giorni scorsi c’è stato un appello al Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, da parte di personaggi del mondo del cinema, della cultura e dello spettacolo —Luca Zingaretti, Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino, Claudia Gerini, Silvia Vegetti Finzi, Chiara Saraceno e altri- che chiede di fermare un ritorno al passato con il ripristino dei voti numerici alle elementari. L’emendamento in questione recita : “A decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, la valutazione periodica e finale degli apprendimenti, ivi compreso l’insegnamento di educazione civica, delle alunne e degli alunni delle classi della scuola primaria è espressa con giudizi sintetici correlati alla descrizione dei livelli di apprendimento raggiunti”
Una decisione immotivata dal punto di vista pedagogico che affaticherà ulteriormente chi ha già speso molte energie per affrontare in modo costruttivo il cambiamento introdotto appena tre anni fa. La scuola-aghiungoni le associazioni- non può essere costantemente investita, nell’alternarsi dei governi, da politiche frammentarie, contraddittorie, prive di una visione pedagogica coerente e duratura. Insegnanti, dirigenti scolastici e genitori non possono restare ‘ostaggio’ di riforme incompiute, leve di interessi di parte. La scuola deve essere l’espressione dei valori e dell’unità della Repubblica.” Il governo ha un’idea dell’istruzione incompatibile con il progresso e le teorie didattiche più sviluppate.
Botta e risposta Governo e opposizione
“La reintroduzione dei giudizi sintetici nelle scuole primarie voluta dalle destre al Governo è di fatto un ritorno al passato, una regressione che riporterebbe indietro di decenni la scuola italiana, con un danno pesantissimo per la scuola dell’inclusione e per i bambini più deboli”, ha detto all’Ansa il senatore Pd Francesco Verducci.
Con un post su X il Ministro Valditara ha spiegato che” l’emendamento governativo sulla riforma della valutazione alla scuola primaria non elimina la descrizione analitica dei livelli di apprendimento. Elimina piuttosto giudizi sintetici, astrusi e incomprensibili quali ‘avanzato’ o ‘in via di prima acquisizione’, sostituendoli con giudizi chiari e da tutti comprensibili, come ottimo o insufficiente”. È l’ennesimo braccio di ferro con in mezzo docenti e famiglie.