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Scuola, giovedì via al concorsone: in palio 63mila posti

I posti saranno contesi da 165.578 docenti precari (già in possesso dell’abilitazione) nell’esame che sarà composto da due prove – Tra i partecipanti, oltre otto su dieci sono donne e l’età media è di 38,6 anni. Entro 3 anni nuovo concorso per gli esclusi

Scuola, giovedì via al concorsone: in palio 63mila posti

I posti in palio sono 63.712, che saranno contesi da 165.578 docenti precari (già in possesso dell’abilitazione) nel concorsone della scuola che prende il via giovedì 28 aprile e che sarà composto da due prove. “È un processo di stabilizzazione senza precedenti – sottolinea il ministero dell’Istruzione – A settembre 2015 abbiamo assunto circa 90mila precari che stazionavano da anni nelle vecchie graduatorie ad esaurimento (Gae). Con questo nuovo concorso sarà immesso in ruolo un docente su tre. Una percentuale altissima: l’ultima selezione pubblica del 2012 bandiva 11mila posti e a contenderseli furono in oltre 320mila”.

È la “guerra alla supplentite”, per dirla con il premier Matteo Renzi. Tra i partecipanti, oltre otto su dieci sono donne e l’età media è di 38,6 anni. Si tratta in maggioranza di candidati in possesso del Tfa (Tirocinio formativo attivo) e del Pas (il percorso abilitante speciale riservato agli insegnanti con tre anni di esperienza). Insomma, chi arriva alla prova del 28 aprile ha già superato una selezione durissima, con dieci esami e discussione della tesi finale. “Tutta l’impostazione è improntata a premiare la meritocrazia”, dice ancora il ministero.  

Ma la strada del concorsone è stata tutt’altro che agevole. I paletti di accesso imposti dalla Buona Scuola hanno fatto insorgere i non abilitati, che hanno presentato una pioggia di ricorsi al Tar e hanno fatto storcere il naso anche agli stessi abilitati. Il Miur ha dovuto fare i conti anche con una serie di intoppi burocratici, come la penuria di commissari o la polemica sulla pubblicazione tardiva del bando, prevista entro l’1 dicembre e slittata al 29 febbraio.  

Ma l’aspetto che più preoccupa i precari è il vincolo, imposto da una sentenza europea, che vieta di rinnovare i contratti a tempo oltre i 36 mesi. La prospettiva, per chi non dovesse superare il concorso, è di lavorare ancora tre anni da precario per poi dire addio all’insegnamento. Timori che il ministero prova a fugare: “La Buona Scuola ha stabilito il principio per cui si torna a bandire con regolarità: il prossimo concorso sarà tra tre anni”. Ieri, il Comitato docenti precari ha chiesto al ministero di fare un passo indietro. “La procedura va avanti regolarmente”, è la replica. Il 28 aprile la campanella per i precari della scuola suonerà. 

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