“C’è un tema di aumento del tempo scuola, che è fondante: non solo quest’anno il Mef ci ha riconosciuto gli organici dell’anno passato, ma ci ha dato qualcosa in più per il sostegno e il potenziamento. Nei prossimi 10 anni avremo 1 milione e 400mila ragazzi in meno, ma non vorrà dire avere meno docenti: dobbiamo ridurre la numerosità delle classi, ridefinire il dimensionamento degli istituti ed aumentare il tempo scuola, nel principio dell’autonomia. In proporzione abbiamo bisogno di più docenti e più dirigenti”. Lo ha detto martedì mattina il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, nel corso di un’audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero davanti alle commissioni Cultura di Camera e Senato.
IL RECLUTAMENTO DEGLI INSEGNANTI
“Bisogna riuscire a programmare le uscite degli insegnanti – ha aggiunto Bianchi – Con l’Inps siamo riusciti ad avere non a luglio, ma per tempo, non solo le uscite di quest’anno, ma quelle dei prossimi 10 anni: a regime ci deve essere, anno per anno, la possibilità di un reclutamento pari a quelli che sono in uscita: torniamo a un sistema di programmazione del reclutamento che abbia la possibilità di garantire la continuità e la stabilità”.
Per quanto riguarda l’accesso all’insegnamento, “deve essere preparato in maniera adeguata con una formazione universitaria che non sia ripetitiva – ha sottolineato ancora il ministro – C’è un intervento da fare con l’università, ne abbiamo parlato con la ministra Messa; si tratta di definire quali sono le modalità di accesso ai percorsi e chiarire che il fatto che questo percorso di riqualificazione deve vedere l’accompagnamento dei docenti anche nella loro carriera”.
I DOCENTI PRECARI
Riguardo ai docenti precari, “su quasi 100mila posti comuni, ne abbiamo accumulati più di 200 mila a tempo determinato, con situazioni diverse: la cosa più sbagliata è trattarli tutti allo stesso modo, ci sono diverse categorie con esperienze diverse e titoli diversi. Partendo da questo principio, stiamo ragionando con la Presidenza e il Mef su come trovare modalità e forme che riconoscano i titoli, i meriti e le esperienze che permettano in un tempo ragionevole di far confluire queste persone all’interno di una visione statica della loro vita e della loro professione, per far partire anche la macchina di una assunzione che sia regolare e continua nel tempo”. Bisogna “recuperare in un tempo ragionevole chi ha accumulato esperienza e capacità in questo periodo e ha bisogno di trovare una continuità in ambito didattico”.
EDILIZIA SCOLASTICA
Inoltre, secondo il ministro, “esiste un problema di messa in sicurezza” delle scuole, “ma anche di spazi per l’educare: abbiamo risorse significative, 200 milioni, per le scuole nuove, e ancora di più per la messa in sicurezza, il risparmio energetico e la riqualificazione pedagogica e educativa dei nostri spazi”.
LA SCUOLA DA 0 A 6 ANNI
Quanto ai bambini più piccoli, Bianchi ha ricordato che “l’investimento sullo 0-6 è stato riconosciuto come elemento fondante del Pnrr” e “già la settimana prossima, con nostre risorse, metteremo a disposizione delle Regioni e dei Comuni 309 milioni, importanti per la gestione”.
LA RIFORMA AMMINISTRATIVA
Sul piano amministrativo, invece, “dobbiamo mettere mano e rafforzare l’organizzazione del Ministero e quella periferica – ha rimarcato il titolare dell’Istruzione – La struttura che ho trovato non è adeguata a gestire i problemi che abbiamo intorno”. Il ministro ha quindi annunciato la formazione di “un Dipartimento per la formazione professionale, tecnica, gli Its e l’educazione permanente. Oggi la formazione permanente riguarda tutta la capacità operativa del nostro Paese. Un tempo potevamo pensare che fosse un lusso, oggi riguarda tutto”. Secondo il ministro, poi, “abbiamo bisogno di un Testo unico sulle leggi della scuola, una cosa che sembra impossibile, ma c’è bisogno di mettere ordine”.
L’ORIENTAMENTO
Bianchi ritiene poi che “sull’orientamento dobbiamo fare di più, va riformato: legare di più i diversi cicli e ordini per permettere ai ragazzi di fare scelte consapevoli, ma nel tempo. Non dire ‘finisco la terza media e vediamo cosa faccio’. Queste cose si preparano nel tempo e dando ai ragazzi una varietà di opzioni possibili. Se si finisce la scuola superiore si può avere un percorso universitario; un Its con eguali dignità e forza; un percorso di esperienza all’estero; un percorso di apprendistato in cui imparare cose che poi si mettono a frutto; un percorso di volontariato. Ma devono essere tutte opzioni possibili e presentate e maturate per tempo. L’orientamento vuol dire non lasciare le famiglie e i ragazzi soli in una scelta che poi determinerà la loro vita”.