E’ Humza Yousaf, 38 anni che compirà la prossima settimana, il nuovo leader del partito indipendentista scozzese dell’Snp e futuro first minister del governo locale della Scozia.
Lo ha annunciato a Edimburgo il vertice dello stesso Snp, rendendo pubblici i risultati del voto tra gli iscritti per decidere della successione a Nicola Sturgeon, dimessasi a sorpresa a febbraio dopo quasi un decennio di leadership quasi incontrastata nella nazione del nord del Regno Unito.
Chi è Yousaf: laureato a Glasgow, da ministro alla giustizia a segretario alla sanità
Yousaf nato a Glasgow da padre pachistano e madre nativa del Kenya ma di famiglia asiatica, è il primo leader scozzese di famiglia musulmana. Laureato in scienze politiche all’università di Glasgow, è stato anche ministro locale della Giustizia per un triennio e in precedenza si è occupato di Trasporti. In gioventù è stato leader dell’Unione degli studenti musulmani e attivista contro la guerra in Iraq, ma anche fermo nel denunciare a posteriori episodi come l’attentato anti-americano dell’11 settembre 2001.
Dovrà sostenere le bandiere del nazionalismo indipendentista della Scozia di fronte a Rishi Sunak, primo ministro Tory unionista al timone del governo centrale britannico, a suo volta figlio di genitori immigrati (nel suo caso indiani e induisti). Yousaf ha preso il 52,1% dei voti al ballottaggio finale, vincendo contro contro la sua rivale di centrodestra, la ministra delle Finanze scozzese Kate Forbes, e l’ex ministra Ash Regan. Si presenterà domani a Holyrood, il parlamento scozzese, dove dovrebbe ricevere la fiducia per l’incarico di primo ministro.
Dopo l’annuncio della sua vittoria come leader del Partito nazionale scozzese, Humza Yousaf ha affermato che è “difficile” trovare le parole per descrivere “quanto sono onorato di essere stato incaricato dalla nostra appartenenza al Snp”. Yousaf ha inoltre dichiarato di sentirsi “l’uomo più fortunato del mondo” a essere il leader del Snp, un partito a cui si è unito 20 anni fa.
Verso una rimodulazione dell’indipendentismo
Unitosi alla causa indipendentista dello Scottish National Party è stato finora un sostenitore convinto della strategia di Sturgeon sull’indipendenza. Durante la campagna elettorale ha tuttavia ammesso la necessità di ricalibrare tempi e modi della sfida separatista, dopo il fallimento del tentativo di ricorso alla Corte Suprema di Londra per ottenere il placet a un referendum bis. Il partito è alle prese con le necessità di rinnovare la battaglia al momento in stallo per la secessione da Londra, nonché di far fronte a sondaggi che accreditano oggi ben al di sotto del 50% (e in calo) i consensi pro indipendenza e a una crisi d’iscritti all’Snp (da 104mila e 72mila dal dicembre 2021) ammessa solo durante la campagna elettorale.
Primo atto: un vertice contro la povertà
Yousaf, che aveva il sostegno della maggior parte degli MSP e dei parlamentari del SNP, aveva promesso di portare avanti l’agenda di centrosinistra socialmente inclusiva che ha definito l’era Sturgeon.
Ma durante la campagna ha preso le distanze dalle politiche chiave del suo predecessore, compreso il piano per tenere le prossime elezioni generali come un referendum de facto, e ha promesso uno stile di governo più aperto. In un’intervista pubblicata lunedì prima dell’annuncio, ha promesso di tenere un vertice contro la povertà come suo primo atto come primo ministro, dove gli esperti potrebbero discutere le tasse sul patrimonio per finanziare il sostegno alle persone più povere, dopo che i dati della scorsa settimana hanno mostrato che la povertà infantile in Scozia è stata allo stesso livello di quando l’SNP è salito al potere per la prima volta nel 2007.