Solo nelle prossime settimane la campagna d’autunno di Telecom Italia entrerà realmente nel vivo ma i segnali che in questi giorni stanno arrivando a Franco Bernabè dai suoi due principali fronti di manovra – lo scorporo della rete e la vendita di Telecom Italia Media – sono sicuramente incoraggianti. Per la cessione delle due tv del gruppo (La7 e Mtv) e dei tre multiplex per la trasmissione in digitale terrestre domani si aprirà la data room per i tre pretendenti all’acquisto e cioè per il fondo Clessidra di Claudio Sposito (che per ora è quello che ha offerto di più), per Discovery Communications e per H3G. Ma la novità delle ultime ore è il probabile arrivo di una quarta offerta da parte di Urbano Cairo che, in questo modo, aggirebbe il contenzioso legale che si è aperto sulla raccolta pubblicitaria che finora la sua società ha garantito a TI Media.
Fino a qualche tempo fa – Berlusconi imperante – era semplicemente impensabile che Bernabè riuscisse ad avanzare sulle sabbie mobili dei veti e dei controveti alla vendita delle sue tv per il sovvertimento degli equilibri televisivi e commerciali che un’operazione del genere avrebbe provocato. Ma la realtà di oggi è che la gara sta entrando nel vivo e che per la prima volta Telecom Italia comincia ad avvistare l’obiettivo di ridurre ulteriormente il proprio debito e di azzerare con la cessione le perdite che il suo ramo televisivo procura malgrado l’innegabile qualità della sua offerta. Vedremo nelle prossime settimane se Telecom centrerà l’obiettivo di vendere sia le tv che i multiplex, ma le prime battute della gara sono promettenti e soprattutto la determinazione di un fondo come Clessidra, che ha una dotazione finanziaria non irrilevante e che si avvale della competenza televisiva di Bassetti (ex Endemol), lascia intendere che stavolta la partita è ben avviata.
In movimento è anche l’altro fronte che sta particolarmente a cuore a Bernabè e cioè quello della rete. La crescita della domanda di banda larga anche in Italia e l’evoluzione regolamentare sia in Italia che in Europa hanno convinto Bernabè a varcare il Rubicone e a mettere al primo posto dell’agenda di Telecom Italia lo scorporo della rete con l’intenzione di conferirla a una newco nella quale dovrebbero entrare altri soci, a partire dalla Cassa depositi e prestiti. La novità delle ultime ore, che è emersa con chiarezza dall’annuale convegno sulle telecomunicazioni di Capri, è che si va rafforzando nelle autorità istituzionali come nelle altre società interessate alla rete e alla banda larga che non c’è spazio in Italia per due reti fisse e che sarebbe semplicemente folle una battaglia fratricida tra Telecom da una parte e Metroweb-Cdp-F2i dall’altra. “Logica vuole – ha sostenuto a Capri il presidente della Cdp, Franco Bassanini in qualità di azionista di F2i e della subholding che ha in grembo Metroweb – che Metroweb debba confluire nel progetto” di un’unica società che controlla e gestisce la rete senza dispersione di risorse e senza inutili sovrapposizioni. Non per caso tra Bernabè e Bassanini il confronto è già avviato e sta entrando nel vivo. Il suo esito dipenderà essenzialmente da due variabili: la convergenza o meno sul valore da attribuire all’infrastruttura di rete e il piano industriale della newco, che significa “come, in che porzioni e in che tempi – lo scriveva ieri “Il Sole 24 Ore”- far evolvere l’infrastruttura in rame verso la rete in fibra ottica, più costosa ma più performante”.
Ma, se la volontà di intesa di Bernabè e Bassanini resta determinante per il successo dell’operazione, l’ulteriore novità che gioca a favore e che è emersa con chiarezza anche dal convegno di Capri è il nuovo ruolo che l’Agcom (l’Authority delle comunicazioni) è intenzionata a giocare da quando alla sua presidenza è arrivato il montiano Angelo Cardani. Il messaggio che il nuovo presidente dell’Authority ha lanciato a Capri è apparso molto chiaro quando ha detto che “quello che possiamo fare è diminuire l’incertezza regolamentare” rendendo così più prevedibile il ritorno sugli investimenti.
E’ presto per dire quando e come finirà la scommessa della rete ma se il bel giorno si vede dal mattino la campagna d’autunno di Franco Bernabè e di Telecom Italia ma anche quella della Cdp è certamente cominciata sotto buoni auspici.