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Sciopero taxi martedì 21 maggio: da Milano a Roma ecco gli orari e i motivi della protesta

Le auto bianche in tutta Italia si fermeranno dalle 8 alle 22 per protestare contro il nuovo pacchetto normativo relativo al trasporto pubblico non di linea

Sciopero taxi martedì 21 maggio: da Milano a Roma ecco gli orari e i motivi della protesta

Martedì 21 maggio, si prospetta una giornata difficile per chi deve spostarsi in città a causa dello sciopero dei taxi. Le auto bianche di tutta Italia, da Milano a Roma, si fermeranno per 14 ore in segno di protesta contro il controverso pacchetto di provvedimenti volti a rivedere la normativa relativa al trasporto pubblico non di linea. La protesta, organizzata dalle sigle Unica Cgil, Fast, Ugl, Uti, Tam, Claai Unione Artigiani, Satam, Or.s.a. Taxi, Uritaxi, Atlt, Ati Taxi, Sitan/Atn, Usb Taxi, Unimpresa, e Federtaxi Cisal, inizierà alle 8 del mattino e si concluderà alle 22. Nonostante lo sciopero, saranno garantiti i servizi di trasporto per le categorie più vulnerabili, come anziani, disabili e malati.

Tassisti e Ncc contro il governo: le nuove regole scatenano la protesta

I tassisti richiedono una maggiore tutela e regolamentazione del sistema organizzativo dei taxi, oltre alla preoccupazione per le possibili sorprese nel contenuto finale dei decreti elaborati dai tecnici del ministero dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini, in collaborazione con il ministero delle Imprese del ministro Adolfo Urso. L’obiettivo è chiarire le differenze tra taxi, Ncc (Noleggio con conducente) e servizi offerti da piattaforme digitali come Uber. Tuttavia, le bozze dei decreti, circolate nei giorni scorsi e ora al vaglio del Garante della Privacy, sono state modificate più volte, provocando tensioni tra le parti coinvolte. Questo ha suscitato non solo la dura opposizione dei tassisti, ma anche degli operatori Ncc e delle società che gestiscono le piattaforme di intermediazione, i quali si sentono duramente penalizzati dal riassetto normativo.

Perché i tassisti hanno deciso di scioperare?

In particolare, i tassisti sono preoccupati per l’uso illegittimo delle autorizzazioni Ncc, che ritengono vengano sfruttate in modo scorretto a discapito di chi opera regolarmente con la licenza da tassista, mettendo a rischio la loro stabilità economica. Altro motivo di apprensione è la crescente dipendenza dai sistemi di intermediazione gestiti da multinazionali e algoritmi, come quelli di Uber, che temono possa minare la loro autonomia lavorativa e renderli dipendenti da piattaforme tecnologiche che controllano il mercato.

Nonostante le rassicurazioni del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, secondo cui le nuove norme sui taxi sono state ben accolte dalla maggior parte dei comuni italiani, i tassisti ritengono che queste misure non siano sufficienti. Urso ha sottolineato che molti comuni hanno già indetto concorsi straordinari e rilasciato licenze temporanee per adeguarsi alle nuove regolamentazioni, ma i sindacati ritengono che queste iniziative non siano abbastanza per garantire un futuro stabile e sicuro per i tassisti. Il ministro ha anche sottolineato che il governo non favorisce né Uber né Ncc, ma cerca un “giusto equilibrio” nelle nuove regole.

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