Condividi

Sciopero statali 9 dicembre, scuola e sanità chiudono

L’agitazione, molto controversa, coinvolge 3,2 milioni di lavoratori della funzione pubblica per il rinnovo del contratto nazionale: a rischio anche gli ospedali, dove però sarà garantita l’attività minima. Nel mirino l’aumento salariale e il maxi concorso per medici.

Sciopero statali 9 dicembre, scuola e sanità chiudono

Confermato nonostante le polemiche lo sciopero di tutto il personale dipendente dagli enti e dalle amministrazioni con Contratto collettivo nazionale di lavoro dei comparti e delle Aree funzioni centrali, delle Funzioni locali e della Sanità per l’intera giornata di mercoledì 9 dicembre, indetto dai sindacati Cgil, Cisl e Uil. Fino alla fine il Governo aveva provato a mediare, visto anche il parere fortemente negativo del premier Giuseppe Conte sull’opportunità di un’agitazione in un momento così delicato per il Paese, soprattutto perché oltre a scuole e uffici pubblici lo sciopero interessa infermieri, operatori socio sanitari, tecnici sanitari, ostetriche, personale della riabilitazione e amministrativi, e gli operatori della dirigenza medica, sanitaria, tecnica, professionale e amministrativa. Ma non c’è stato niente da fare e così questa agitazione che interessa 3,2 milioni di lavoratori si farà, anche se in particolare negli ospedali saranno garantiti i livelli minimi di attività.

“Lo sciopero indetto dai sindacati il 9 dicembre – ha spiegato il segretario della Cgil Maurizio Landini – non è solo per il rinnovo dei contratti. Servono nuove risorse da investire anche in nuove assunzioni, nella stabilizzazione dei precari, nella formazione e in nuove forme di lavoro. Mi auguro che si possa aprire un confronto vero. Allo stato attuale la mobilitazione è confermata, se voleva il governo ci convocava prima e non dopo la mobilitazione”. Tra le motivazioni, firmate congiuntamente dalle tre sigle sindacali, c’è anche quella della sicurezza sul lavoro. La decisione dello sciopero, presa dai sindacati a metà novembre, ha scatenato reazioni forti fin dall’inizio: in primis quella della ministra della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone che più volte ha definito lo sciopero una scelta sbagliata sottolineando come il governo avesse stanziato 3,8 miliardi per il rinnovo dei contatti pubblici.

Nel disegno di legge di Bilancio per il 2021, attualmente all’esame della Camera, l’articolo 124 è infatti dedicato all’incremento delle risorse per la contrattazione collettiva del pubblico impiego. Il testo prevede ulteriori 400 milioni di euro a partire dal 2021 da destinare “alla contrattazione collettiva nazionale e ai miglioramenti economici del personale statale in regime di diritto pubblico”. Considerando anche i fondi stanziati dalle manovre 2019 e 2020 sempre a decorrere dal 2021, la cifra complessiva destinata al comparto degli statali è dunque effettivamente di 3,8 miliardi. Questi soldi permetteranno tra le varie cose un aumento delle retribuzioni medie complessive di circa il 4%. Su una retribuzione media di 34.250 euro, l’incremento sarà dunque pari a 107 euro lordi mensili. Ma ai sindacati questo non basta, perché ritengono le rivendicazioni più ampie: nel mirino c’è anche il mega concorso per assumere medici negli ospedali, sostenuto a settembre ma con 14.000 assunzioni ancora ferme.

Commenta