Ennesimo venerdì nero per i viaggiatori europei, costretti a subire pesantissimi disagi a causa dello sciopero del personale Ryanair in corso. Sono sei i Paesi europei interessati: Italia, Germania, Belgio, Portogallo, Paesi Bassi e Spagna. 250 i voli cancellati, forti ritardi nei maggiori aeroporti continentali e 40mila i passeggeri rimasti a terra. Un vero e proprio bollettino di guerra che rischia di peggiorare nelle prossime ore.
Lo sciopero dei lavoratori di cabina della più grande compagnia low cost d’Europa durerà in tutto 24 ore e ha comportato pesantissime ripercussioni nei cieli continentali. L’agitazione, definita “inutile” dalla società guidata da Michael O’Leary, ha costretto Ryanair a cancellare oltre il 10% dei 2.400 voli in programma per oggi, 100 in più rispetto a quelli comunicati nei giorni scorsi. Un numero che fa di questa manifestazione, la seconda più grande dopo quella di inizio agosto.
Per quanto riguarda l’Italia, secondo quanto comunicato dai sindacati Filt Cgil e Uiltrasporti, sono in corso presidi presso gli aeroporti di Bergamo, Catania, Ciampino, Milano Malpensa, Napoli e Pisa, dove fa base Ryanair. “A Ryanair – spiegano le due sigle sindacali – chiediamo di convocarci per la definizione di un contratto collettivo di lavoro di diritto italiano che preveda le tutele del nostro ordinamento e soddisfi le legittime istanze dei piloti e degli assistenti di volo”.
Parlando in parole povere i sindacati chiedono a Ryainar di applicare a proprio personale contratti di lavoro in linea con le varie normative nazionali e non con la legge irlandese. L’amministratore delegato di Ryanair, Michael O’Leary, ha detto che la compagnia ha già scritto ai sindacati offrendo di trasferire tutto il personale ai contratti locali, cosa che ha reso l’azione dello sciopero di oggi “non necessaria”.
“Abbiamo riconosciuto le organizzazioni sindacali – ha continuato O’Leary – accettato di passare ai contratti locali e rispettare la legislazione locale. Accettiamo di negoziare e c’è comunque lo sciopero”.