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Sciopero Francia: il Paese si blocca contro la riforma pensioni. Ministro Beaune: “Uno dei giorni più difficili”

Imagoeconomica

Un nuovo sciopero sta paralizzando l’intera Francia. È scattata già questa notte, con blocchi stradali su molte provinciali come ai tempi dei “gilet gialli”, la sesta giornata di mobilitazione contro la riforma delle pensioni del governo francese, fortemente voluta dalla premier Elisabeth Borne e il presidente Emmanuel Macron.

Sciopero in Francia: oltre 260 manifestazioni

Lo sciopero riguarderà il trasporto ferroviario, aereo e locale, gli impianti energetici, le raffinerie, le scuole e gli autotrasportatori. Le sigle sindacali Cgt, Fo, Cfdt, Fsu, Unsa, Cftc, Solidaires hanno inoltre indetto 260 manifestazioni in tutto il Paese. Per il ministro dei Trasporti, Clement Beaune, sarà “uno dei giorni più difficili che abbiamo conosciuto”. 

Fin dalle prime ore, la CGT (Confédération générale du travail) ha annunciato che tutti i trasporti in partenza dalle raffinerie sono stati bloccati, una decisione che sembra preludere alla decisione di protrarre ad oltranza lo sciopero, la minaccia più temuta dal governo. “L’obiettivo è che il governo ritiri il suo progetto – ha insistito il segretario della CGT, Philippe Martinez, intervistato da France Info – è il nostro obiettivo dal 19 gennaio. La responsabilità è unicamente del governo. Non si può restare sordi al movimento sociale”

Quella di oggi è la sesta giornata di sciopero dall’inizio del 2023, ma secondo le previsioni dei sindacati potrebbe essere la più grossa e la più partecipata. Secondo le cifre fornite da BmfTv sono attesi tra 1,1 e 1,4 milioni di manifestanti in tutto il Paese, anche se i sindacati puntano a cifre superiori, tra 2 e 2,5 milioni. L’obiettivo dichiarato è quello di bloccare l’intero Paese allo scopo di fare pressione sull’Eliseo e sul Governo affinché facciano un passo indietro sulla riforma attualmente in discussione al Senato. Tra gennaio e febbraio c’erano già state altre cinque giornate di sciopero. 

Cosa prevede la riforma delle pensioni francese

La misura più contestata dai sindacati e dalle opposizioni, ma anche dall’opinione pubblica riguarda l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni. Previsto un aumento complessivo del numero di anni necessari ad avere la pensione piena (fino ad arrivare ai 43 anni di contributi nel 2027, anziché nel 2035 come previsto dalla legge oggi in vigore). La riforma stabilisce però delle deroghe per chi esercita mansioni usuranti, intruduce misure a favore della ricostruzione delle carriere (tenendo anche conto dei “lavori di utilità collettiva”) e aumenta a 1.200 euro mensili lordi la pensione minima per chi ha versato il massimo dei contributi. Un’altra misura fortemente avversata dai sindacati è infine l’abolizione per i futuri assunti dei regimi speciali. 

La riforma è attualmente in fase di discussione in Parlamento, con il voto in Senato in programma il 12 marzo. 

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