Trasporti a singhiozzo tra scioperi e dipendenti positivi a casa. Dopo lo sciopero dei treni della settimana scorsa, venerdì 14 gennaio arriva uno stop di 4 ore del trasporto pubblico locale nelle principali città italiane e che rischia di provocare forti disagi ai lavoratori e agli studenti. Ma è solo la punta dell’iceberg per il sistema dei trasporti, se si sommano le difficoltà dovute ai rincari delle materie prime e alle corse cancellate nelle ultime settimane a causa delle quarantene. Alla base della protesa proclamata dalle organizzazioni sindacali sindacali (Cgil, Cisl, Uil, Faisa Cisal e Ugl), l’interruzione del confronto sul rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria.
Per capire l’origine della protesta bisogna fare un passo indietro. ll ccnl è scaduto il 31 dicembre 2017 e da questa scadenza “è stato siglato un accordo ponte fino al 2020 che ha regolato solo un arretrato economico per il triennio già trascorso”. Alla luce di questa situazione, le segreterie nazionali chiedono all’unanimità non solo il riconoscimento del diritto al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro ma anche il miglioramento delle condizioni lavorative, sia normative che salariali, per tutte le lavoratrici e i lavoratori del trasporto pubblico locale.
Lo sciopero interesserà bus urbani, extraurbani, metro, tram e ferrovie nelle principali città italiane: a Torino dalle 18 alle 22; a Genova dalle 10.30 alle 14.30, a Milano dalle 8.45 alle 12.45; a Venezia dalle 10 alle 14; a Bologna dalle 12 alle 16; a Firenze dalle 18 alle 22; a Roma dalle 8.30 alle 12.30; a Napoli dalle 9 alle 13; a Bari dalle 8.30 alle 12.30; a Palermo dalle 9.30 alle 13.30. Negli orari di sciopero, i servizi di trasporto pubblico urbano, suburbano ed extraurbano non saranno garantiti.
Per gli orari dello sciopero nelle altre città italiane fare riferimento ai siti internet di ciascun Comune e delle aziende locali che gestiscono i mezzi pubblici.