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Sciopero Bnl, Colombani (Cisl): “Basta arroganza o avanti con la protesta”

Si tratta del primo sciopero dopo gli anni ’90 – I sindacati contestano il piano del gruppo francese Bnp Paribas – Colombani (First Cisl): “Chiediamo alla politica di andare oltre il dogma dell’autonomia d’impresa”

Sciopero Bnl, Colombani (Cisl): “Basta arroganza o avanti con la protesta”

L’ultima volta che i lavoratori avevano incrociato le braccia nella vecchia Bnl erano gli anni ’90, anche se oggi il “nemico” è il gruppo francese Bnp Paribas (da 15 anni al controllo della vecchia Banca nazionale del lavoro). “Diciamo a Bnl e a Bnp Paribas che non ci fermeremo perché è inaccettabile che una banca che già guadagna più delle altre voglia guadagnare ancora di più e che, per raggiungere questo obiettivo, sia pronta a far uscire ben 836 lavoratori senza alcuna vera ed efficace tutela occupazionale”. Lo ha detto il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani durante il presidio che si è tenuto lunedì 27 dicembre 2021 a Roma davanti alla sede di Bnl. A Napoli il presidio, invece, è sotto la sede cittadina della banca in via Toledo 126.

“Hanno proposto di introdurre deroghe alla legge che sono inaccettabili. Le abbiamo respinte e continueremo a farlo – ha proseguito Colombani – Hanno cercato di boicottare lo sciopero con ogni mezzo. Oggi siamo qui e continueremo nella mobilitazione se l’Ad Goitini e l’azionista francese proseguiranno con questo atteggiamento arrogante”.

“Chiediamo al Mef e a tutte le forze politiche di interessarsi a Bnl, andando oltre il dogma dell’autonomia d’impresa. Bnl vuole trasformarsi da banca tradizionale, da banca dei territori a boutique finanziaria. Per questo vuole chiudere 135 filiali su 705 e aprire uffici di consulenza affidati a mille bankers incaricati di gestire la clientela più facoltosa. Il Paese – ha concluso Colombani – ha bisogno di una banca che continui a fare credito a famiglie e ad imprese, che eroghi servizi a tutti e non solo a pochi grandi clienti”.

Lo sciopero era stato proclamato ufficialmente il 15 dicembre da tutte le organizzazioni sindacali del settore: Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin, Nel mirino delle sigle c’è il piano di riorganizzazione targato Bnp Paribas che prevede le esternalizzazioni di oltre 900 dipendenti dell’IT e del back-office, su un totale di 11.500 addetti distribuiti tra uffici centrali e oltre 700 agenzie sparse su tutto il territorio nazionali. Esternalizzazioni che interessano circa l’8% della forza lavoro dell’istituto bancario.

Nel dettaglio, la mobilitazione riguarda gli impatti occupazionali e ricadute sul personale oggetto della procedura di cui alla lettera della Bnl datata 24 settembre 2021, le chiusura delle filiali e ricadute in termini di mobilità funzionale e geografica, la cessione di pacchetto di controllo di società prodotto strategica come Axepta, la carenza di organico nelle filiali e pressioni commerciali, il modello di presenza sul territorio, il ritardo nel numero di assunzioni concordate negli accordi sindacali relativi alla cosiddetta Quota 100. 

In realtà, la situazione della Bnl fa parte di un malessere molto più generalizzato che ha colpito il settore bancario italiano, oggetto di una profonda trasformazione dettata dalla digitalizzazione che, per alcuni, è stata sintetizzata in chiusura delle filiere, tagli al personale e abbandono dei territori.

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