Emergenza Covid e futuro mediante Next Generation EU e Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) possono stare bene insieme solo dando maggiore spazio alla scienza ed alla ricerca. La condizione di riscatto del mondo scientifico italiano investe direttamente il Presidente del Consiglio Mario Draghi. “Usi la scienza per il futuro del Paese con l’istituzione di un Consiglio Scientifico Nazionale” è l’appello lanciato da importanti soggetti scientifici – “Energia per l’Italia”, “Scienza in Parlamento”, “Per un Paese Sostenibile”, “La Scienza al Voto” – per un salto di qualità in un momento delicato per il Paese.
A rappresentare l’istanza a Draghi le firme di nomi famosi in tutto il mondo per studi, ricerche e competenze. Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani, Antonello Pasini, fisico del CNR, Vincenzo Balzani, accademico dei Lincei, Fabio Trincardi, geologo del CNR, Paolo Vineis, vice presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Lucia Votano, già direttrice dei laboratori nazionali INFN, Stefano Zamagni, economista, accademico della Pontificia Accademia di Scienze Sociali. Tantissimi altri si stanno aggiungendo in queste ore.
L’appello si collega in qualche modo alle linee programmatiche del Governo e chiede uno scatto in tempi rapidi. Maggiori investimenti per una ricerca che sia motore di sviluppo, un ruolo centrale per la scienza a partire dall’emergenza ambientale sotto forma del Consiglio Scientifico Nazionale, multidisciplinare e indipendente. Ma anche un grande piano di formazione e informazione scientifica, per la scuola e per tutti. É la sintesi, presentata in una conferenza stampa, di qualcosa che si collega ai vari progetti governativi per il post COVID.
Draghi potrebbe ascoltarla, questa sintesi, in un incontro richiesto dalle quattro organizzazioni. “Spesso la politica si rivolge alla scienza solo in situazioni di emergenza, come quella attuale relativa al Covid-19”, ha spiegato, tra gli altri, Ruggero Bettinardi, data scientist di “Scienza in Parlamento”. “Riteniamo invece che si debba sviluppare ed istituzionalizzare un dialogo continuo per far sì che le decisioni politiche siano adeguatamente informate dalle migliori conoscenze disponibili nei vari campi del sapere”.
Il Consiglio scientifico proposto potrebbe essere inserito in seno alla Presidenza del Consiglio, con compiti di consulenza, appunto, sui temi di importanza strategica. Ma diventare anche “servizio” per i singoli parlamentari. Di più – aggiunge, Antonello Pasini, coordinatore di “La Scienza al Voto”- “l Consiglio scientifico che proponiamo avrebbe al suo interno più Comitati per specifiche esigenze o emergenze”. Il primo di cui si avverte la necessità, per l’urgenza della crisi climatica e ambientale,è un Comitato per il clima, l’ambiente, l’energia e la transizione ecologica. È evidente che sarebbe di grande aiuto al piano cui sta lavorando il Ministro Cingolani.
Gli scienziati parlano di analisi scientifiche rigorose e quantitative per politiche davvero efficaci, ma non trascurano l’altra grande lacuna italiana: la formazione e l’informazione scientifica. Come è possibile interagire con sistemi complessi senza buone informazioni di base ed elementi scientifici certi? E qui ritorna, purtroppo, il tema di un malinteso senso della scienza alla base di certe scelte politiche. Bisogna avere attenzione a non creare un’altra struttura burocratica e viziata da ingerenze. Per ora il quadro è complesso di suo. Il governo viene sollecitato a decidere ma anche ad aprirsi ad eccellenze e studiosi che hanno urgente bisogno di mezzi e risorse. In fondo i veri moltiplicatori di sviluppo e di riallineamento a standard europei.