Parte la stagione sciistica italiana. In attesa delle decisioni sul divieto di spostamento tra Regioni – che probabilmente sarà prorogato nei prossimi giorni – gli impianti possono finalmente aprire, seguendo rigide regole volte ad assicurare il distanziamento e la sicurezza di lavoratori e sciatori.
La ripartenza è stata fissata per 15 febbraio e, a meno di improvvisi dietrofront (che però non dovrebbero esserci), da lunedì si potrà ricominciare a sciare.
SCI: LE DATE REGIONALI
Le Regioni hanno però stabilito date diverse. Nel dettaglio:
- 15 febbraio: Lombardia, Piemonte e Abruzzo;
- 17 febbraio: Trentino (eccezion fatta per la Provincia autonoma di Bolzano);
- 18 febbraio: Valle d’Aosta.
Nessuna data certa per il Veneto, che dovrebbe decidere nelle prossime ore: “Stiamo preparando l’ordinanza per la riapertura degli impianti da sci, ma dobbiamo avere la conferma se si apre oppure no. Dal Cts nazionale c’è un pronunciamento ma si deve tradurre in un provvedimento governativo”, ha affermato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.
Non potranno ancora riaprire invece gli impianti in Alto Adige, che rimarrà zona rossa almeno fino al 28 febbraio.
SCI: LE REGOLE DA RISPETTARE
A livello generale, secondo il protocollo approvato dal Cts, le funivie potranno funzionare solo nelle regioni gialle, mentre gli impianti dovranno predisporre dei limiti alla capienza. Contingentati anche gli skipass. Ovviamente, è previsto l’obbligo di indossare la mascherina e di rispettare il distanziamento. Sulle cabinovie, sulle funivie e sulle seggiovie chiuse con cupole paravento bisognerà rispettare una capienza massima del 50%. Le seggiovie aperte potranno invece essere riempite al 100%. Limiti di capienza anche per bar, rifugi e ristoranti.
Ogni Regione, come da tradizione, ha stabilito regole proprie. In Lombardia, l’ordinanza firmata dal governatore Attilio Fontana prevede che in ogni stazione sciistica, il numero massimo delle presenze giornaliere non potrà superare il 30% della portata oraria complessiva di tutti gli impianti di risalita, mentre per le stazioni sciistiche che non hanno più di due impianti, il numero massimo di presenze giornaliere è determinato nella misura del 50% della portata oraria complessiva.
In Valle d’Aosta è stato stabilito un numero chiuso complessivo di 30mila persone al giorno a fronte di un tetto massimo di 42mila fissato dai protocolli di sicurezza. “Saranno aperti solo alcuni comprensori e non tutti perché in alcuni casi non ci sarebbero le condizioni né di sostenibilità economica né operative”, ha spiegato il vice presidente della Regione e assessore con delega allo sci, Luigi Bertschy. Il Piemonte ha invece stabilito che gli impianti potranno ripartire con una capienza del 30%.
SPOSTAMENTI TRA REGIONI
Lo sci partirà però solo per i residenti o per i proprietari delle seconde case. La conferenza Stato-Regioni ha infatti chiesto al Governo di prorogare il blocco degli spostamenti. Per farlo serve un decreto legge che potrebbe arrivare già domani. “L’orientamento della Conferenza delle Regioni è di richiedere di prorogare il disegno di legge che vieta gli spostamenti da una Regione all’altra, anche per la zona gialla”, ha spiegato il presidente Stefano Bonaccini, a margine della Conferenza delle Regioni, aggiungendo che nelle prossime tale orientamento sarà comunicato “al ministro Francesco Boccia che aveva chiesto il nostro parere nel corso dell’ultima Conferenza Stato-Regioni, oltre che al presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi”.
Bisognerà capire se il provvedimento sarà firmato dal governo uscente o da nuovo Governo guidato da Mario Draghi.
(Ultimo aggiornamento: ore 17.03 dell’11 febbraio).