Lo tsunami Trump promette o minaccia di cambiare il mondo senza perdere tempo ma la sinistra italiana non sembra accorgersene. Dorme come se fossero tempi normali o parla d’altro. Ha perfettamente ragione Alessandro De Angelis a sottolineare su “La Stampa” che i leader del Pd, Elly Schlein, e dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte (“Giuseppi” per Trump) appaiono profondamente sfasati rispetto allo spirito del tempo. La segretaria del Pd sa solo parlare, come un discorso rotto, di sanità ma senza mai inquadrare il tema in una strategia degna di questo nome e non sembra preoccuparsi del fatto che lo scossone Trump lascerà il segno anche in Italia e in Europa e che sarebbe ora di pensare a come affrontarlo. Conte, che in cuor suo spera di riannodare i rapporti con Trump come quando era a Palazzo Chigi, non si occupa proprio della novità che sta scuotendo il mondo e si concentra sul lodo Fico e su come superare il divieto di terzo mandato in Parlamento o nelle realtà locali per i veterani dei Cinque Stelle. Sembra che sia Schlein che Conte non abbiano visto arrivare il ciclone Trump e ovviamente non sanno come regolarsi. Senza uno straccio di strategia, è inutile lamentarsi del protagonismo della premier Giorgia Meloni che ha preso in contropiede l’Europa costruendo un rapporto diretto col il nuovo Presidente degli Stati Uniti. Ma dialogare con Trump non vuol dire obbedire alla Casa Bianca. O no? Chissà quando Schlein e Conte impareranno a incalzare Meloni sul terreno giusto. Per ora tutt’e due giù dalla torre.