Wolfang Schauble, l’ex ministro delle Finanze tedesco e ora presidente del Bundestag, considerato a torto o ragione il capo dei falchi in economia, rende l’onore delle armi a Mario Draghi, con cui i rapporti personali sono sempre stati buoni, ma resta convinto che la politica monetaria espansiva rischi, al di là delle sue intenzioni, di ritardare anzichè favorire le riforme necessarie al rilancio dell’economia.
“Mario Draghi – ha dichiarato Schauble al Corriere della Sera – è uno dei più stimati esperti di politica monetaria e grazie a lui l’euro ha giocato un ruolo di primo piano nelle strutture monetarie internazionali. E in una fase critica, in cui gli Stati non ce l’avrebbero fatta da soli, ha fatto molto per stabilizzare la moneta unica”. Ma, detto questo e precisato che la politica e la Bce hanno compiti diversi, Schauble non nasconde la sua diversità di pareri con Draghi sugli effetti della politica monetaria.
“La politica – sostiene infatti il presidente del Bundestag – prende decisioni popolari solo se non ha alternative e questo è un problema più grave di quanto non pensi Mario”. In altre parole, la politica monetaria di Draghi era inevitabile in una fase economica molto difficile per l’Europa ma ha finito per permettere agli Stati e alle forze politiche di non fare le riforme, malgrado lo stesso Draghi abbia continuamente ripetuto che la politica monetaria non può sostituire la politica fiscale e di bilancio e che solo facendo le riforme l’economia del Vecchio continente, e in particolare quella italiana, avrebbe potuto e può riprendere quota. Una discussione che probabilmente continuerà anche sotto la presidenza Bce della Lagarde, che ha già anticipato di voler continuare la politica monetaria di Draghi.