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Scenari: per Moneyfarm nel 2023 si apre uno scenario positivo per gli investitori, pur con cautele

La buona notizia è che i mercati hanno già prezzato nel 2022 la possibilità che nel 2023 possa esserci una recessione. Le valutazioni di mercato sono allettanti in particolare per le obbligazioni

Scenari: per Moneyfarm nel 2023 si apre uno scenario positivo per gli investitori, pur con cautele

L’aspettativa generale di una normalizzazione dei prezzi nel 2023 apre uno scenario positivo per gli investitori, i quali dovranno comunque saper bilanciare le prospettive di lungo termine con i rischi di breve, sia per quanto riguarda la duration sia per quanto riguarda l’esposizione azionaria. Nonostante le prospettive rimangano complesse, sono comunque presenti opportunità per generare rendimenti a lungo termine.

Sono le previsioni Roberto Rossignoli, Portfolio Manager di Moneyfarm, la società di consulenza finanziaria indipendente con approccio digitale, fondata nel 2011, specializzata in investimenti di medio-lungo termine. “Le valutazioni di mercato sono allettanti e, in particolare per le obbligazioni, sono migliori rispetto a tutti gli altri anni in cui Moneyfarm ha svolto il suo processo asset allocation strategica. Questa è sicuramente una buona notizia per gli investitori. Prima di aumentare l’esposizione al rischio dei portafogli, tuttavia, occorre che i mercati continuino sulla traiettoria promettente degli ultimi mesi” dice Moneyfarm.

La buona notizia è che nel 2022 i mercati hanno già prezzato le aspettative di recessione

I mercati si sono mossi d’anticipo lo scorso anno è hanno già inglobato nei prezzi e nelle valutazioni azionarie la possibilità che quest’anno possa esserci una recessione: ciò si è tradotto nei vistosi cali che si sono visti nel 2022, anche se, di contro, le aziende hanno mostrato utili stabili. Inoltre lo scorso anno si è assistito alla risoluzione di problemi strutturali come i colli di bottiglia delle catene di approvvigionamento e a efficaci politiche monetarie.
“Le prospettive per gli investitori rimangono complesse e per gli analisti di Moneyfarm occorre che i mercati continuino sulla traiettoria promettente degli ultimi mesi prima di aumentare l’esposizione al rischio dei portafogli” dice Rossignoli. “Fornire una risposta non è semplice ma per avere un’idea più chiara di cosa aspettarsi dal nuovo anno occorre concentrarsi su tre fattori fondamentali: la crescita economica, l’inflazione e la politica monetaria”.

Nel 2022 non si è visto quel peggioramento economico che si era temuto. Anzi

Lo scorso anno, nonostante la visione pessimista degli operatori, non abbiamo assistito a un diffuso peggioramento dell’economia, anzi i dati effettivi su consumi, mercato del lavoro, scorte, tasso di disoccupazione, immatricolazioni di automobili e affari immobiliari sono stati marginalmente positivi negli Stati Uniti e addirittura superiori alla media in Europa continentale.
Senz’altro l’aumento dell’inflazione ha creato una situazione imprevista, causando incertezza e panico nelle imprese, ma “entrando nel 2023, l’aspettativa generale è che i prezzi tenderanno a normalizzarsi.” “Se è troppo presto per affermare che l’inflazione sia stata domata, è pur vero che la traiettoria dei prezzi sia diventata più prevedibile”.

Inoltre bisogna considerare che quella recessione nel 2023, data per scontata all’80% nell’Eurozona e al 65% negli Stati Uniti, è già stata inglobata nei prezzi del 2022. Addirittura, dicono a Moneyfarm, un rallentamento dell’attività economica potrebbe essere anche una buona notizia per l’investitore perchè ridurrebbe la spinta al rialzo dei prezzi e quindi allenterebbe le strette monetarie delle banche centrali.

D’altro canto, “con il deterioramento della situazione economica, la pressione sugli utili aumenterà e le aziende potrebbero dimostrarsi meno resilienti che in passato” dice Moneyfarm. “Il rallentamento dell’attività economica inizierà probabilmente a influenzare il mercato del lavoro, che a sua volta avrà un impatto sui salari”.

Occhi sulla capacità delle banche centrali di governare gli eventi

Semmai occorrerà verificare se “le banche centrali riusciranno a intervenire e sostenere il mercato in caso di recessione. Il consenso sembra indicare di sì, soprattutto negli Stati Uniti”. Allo stato attuale delle cose, la traiettoria dell’economia potrebbe rendere realistico un atterraggio relativamente morbido, ma l’aereo non ha ancora toccato terra e molto potrebbe ancora andare storto.

Inoltre, esiste la possibilità di una recessione più forte del previsto che potrebbe creare una certa instabilità all’interno del sistema finanziario.

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