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Scatta ora X per Telecom Italia, Mps frena e il Tesoro lancia l’asta dei Btp. Milano in lieve rialzo

FIRSTonline

Giornata no per le Borse europee che segnano diffusi ribassi, condizionate anche dalla decisione della Banca Mondiale di abbassare le previsioni di crescita dell’economia globale per il 2014 a +2,8%, dalla precedente stima di +3,2%. L’onda negativa ha anche altre motivazioni: a) il timore che la crescita dell’occupazione, superiore al previsto, spinga la Fed ad accelerare l’uscita dal QE e ad anticipare l’aumento dei tassi; b) le tensioni sul petrolio dopo la presa di Mossul da parte di milizie di Al Qaeda; c) i realizzi, specie in Europa, sul mercato del debito dopo i forti guadagni seguiti al meeting della Bce.

Tokyo arretra dello 0,8%. Gli operatori non prevedono grosse novità dalla riunione del vertice della Bank of Japan. In flessione anche Hong Kong -0,23% e Shanghai -0,15%.

Wall Street arretra dopo una lunga serie di record: S&P -0,35%, Dow Jones -0,60% e Nasdaq -0,14%. Non è piaciuta al mercato la disfatta alle primarie di Eric Cantor, il leader repubblicano che ha avuto un ruolo rilevante nell’approvazione del piano Tarp e nel compromesso sul budget. La vittoria del Tea Party può riaprire il conflitto tra Congresso e Casa Bianca.

Seduta all’insegna del ribasso anche in Europa. La Borsa di Londra è scesa dello 0,5%, Parigi e Francoforte sono arretrate dello 0,8%. Giornata tempestosa per le compagnie aeree. Precipita a Francoforte Lufthansa -14,2% dopo aver abbassato i target per il prossimo biennio e trascina al ribasso Air France -7% ed il resto del settore: è meglio, di fronte a questi numeri, accelerare i tempi del confronto Alitalia-Etihad. A Milano il ribasso è stato più forte, con l’indice FtseMib in calo dell’1,2%, zavorrato da cali diffusi fra le banche e dall’effetto Monte Paschi. Il cambio euro/dollaro è sostanzialmente stabile a 1,353. 

VANNO ALL’ASTA 8,5 MILIARDI DI BTP. LA SPAGNA OFFRE UN DECENNALE 

Si profila una giornata di grande interesse sul fronte dei titoli di Stato. Il Tesoro offrirà in asta da 3 a 3,5 miliardi di Btp a 3 anni, da 3 4 miliardi del nuovo 7 anni e tra 0.5-1 miliardo del 30 anni. Ieri sono stati collocati 6,5 miliardi di euro in Bot 12 mesi a un rendimento al nuovo minimo dall’introduzione dell’euro a 0,495% dal precedente 0,650%. L’offerta è stata di 11 miliardi. 

La Spagna ha intanto dato mandato ad un gruppo di banche per il lancio stamane di un nuovo titolo di Stato decennale. Alla vigilia di queste operazioni il mercato ha mostrato un’alta volatilità: molti operatori sono passati all’incasso dopo i guadagno degli ultimi giorni. Ma l’attenzione del mercato resta alta, soprattutto per il nuovo 7 anni che dovrebbe spuntare un rendimenti di poco superiore al 2%. Sotto l’1% invece dovrebbe esser prezzato il 3 anni. In serata, il Btp a 10 anni è stato scambiato a un rendimento del 2,78% (da 2,80% di ieri). Spread invariato a quota 138.

GENERALI DECIDE L’USCITA DA TELCO. MEDIASET TENTATA DA TELEFONICA 

Sotto i riflettori stamane Telecom Italia +0,2%. Il Cda delle Generali -0,48% ha dato ieri sera il via libera all’uscita della compagnia da Telco, il veicolo cui fa capo il 22,4% di Telecom. Il consiglio – si legge in una nota diffusa dal gruppo assicurativo – ‘ha deliberato di esercitare in conformità alle previsioni del Patto, l’opzione di scissione da Telco, dando mandato al Group Ceo Mario Greco di definire le modalità specifiche per l’uscita’. Le Generali controllano il 19,3 che corrisponde al 4,3% diretto in Telecom, mentre gli altri soci sono Mediobanca, Intesa e Telefonica. 

Oltre che ottenere il diretto possesso dei titoli Telecom, i soci Telco dovranno spartirsi anche il debito del veicolo pari a 2,4 miliardi. In una scissione pro-quota, Generali erediterà un debito di circa 470 milioni, mentre ciascuna delle due banche dovrebbe accollarsi circa 170 milioni di debiti. Telefonica con il 14,8% di Telecom sarà il primo azionista della società, ma si accollerà 1,6 miliardi di euro di debito.

Il gruppo spagnolo ha aperto un altro dossier con una società italiana. Mediaset -2,36% ha pagato qualche presa di beneficio dopo gli ultimi rialzi e circa le eventuali mosse su Digital Plus (cedere a Telefonica o tenere l’attuale 22% o cercare di aumentare la quota di D+) il presidente Fedele Confalonieri, ha dichiarato che di non avere preso ancora alcuna decisione. Infuria intanto la battaglia per i diritti per la serie A di calcio. il gruppo di Cologno Monzese, secondo rumors, ha predisposto una mossa alternativa da oltre 850 milioni annui per assicurarsi le licenze di tutti i match in modalità’ digitale.

TONFO DI MONTE PASCHI. MA IL TITOLO RESTA IN RIALZO

Scambiate a singhiozzo fra una sospensione e l’altra per eccesso di ribasso, le azioni MontePaschi hanno registrato una caduta del 20% a 1,771 euro. Il titolo rimane comunque in rialzo del 15% rispetto al prezzo di chiusura di venerdì scorso (rettificato per l’aumento di capitale). Il diritto è in calo del 10% a 17,80 euro. Tutto cio’ ha determinato un significativo aumento dei volumi trattati, passati dai 9 milioni di ieri a 60 milioni, quasi sette volte tanto. 

Negativo anche il resto del comparto: Unicredit scende dell’1,4%, Intesa -1,7%, perdita pesante per Mediobanca -2,8%. Banco Popolare è scesa del 2,5%, Pop.Milano -2,1%. L’indice europeo del settore segna -1,16%. Nel risparmio gestito Mediolanum è arretrata del 2,7%.

S’INFIAMMA IL GREGGIO, TITOLI OIL SOTTO PRESSIONE

Acque agitate nel mondo del petrolio. Dopo lo stop della Bulgaria a South Stream ed alle cattive notizie da Kashagan (i lavori nel giacimento rischiano uno stop di almeno un anno secondo The Wall Street Journal) ecco la notizia che in Iraq guerriglieri sciiti vicino ad al Qaeda hanno occupato la città di Baiji, nel Nord del Paese, prendendo il controllo della principale raffineria dell’Iraq. Il petrolio è poco mosso: il Brent è scambiato a 109,8 dollari al barile (+ 0,3%), il Wti a 104,62 dollari.

Ribasso consistente per Tenaris -2,3%, leader mondiale dei tubi per l’industria petrolifera, travolta dalla caduta della concorrente francese Vallourec -11%, che ha annunciato un profit warning. Fra gli altri petroliferi, Eni è scesa dell’1%, Saipem -1,1%.

FERRAGAMO RITOCCA I LISTINI, DEA VENDE LA SANITA’

L’inchiesta dell’antitrust Ue su Fiat Finance ha contribuito alla frenata di Fiat scesa dell’1,7%, Finmeccanica -2,2%, StM -1,4%. Enel ha perso lo 0,7%. Tra i pochi titoli in terreno positivo spicca Ferragamo +0,3% dopo l’annuncio che alerà i prezzi in Cina e in alcuni mercati europei. Torna a scendere Yoox -2,5%, Moncler e Tod’s hanno chiuso pressoché invariate.

Tonica anche Dea Capital dopo aver annunciato di aver raggiunto un accordo per la cessione, attraverso Santé SA, dell’83,43% del capitale di Generale de Sante a Ramsey Health Care, il primo gruppo in Australia di sanità privata, e Credit Agricole Assurances.

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