“Siamo più preoccupati per i pagamenti in petrolio che il NIOC ci sta facendo”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, sottolineando che la compagnia potrebbe fare a meno del greggio iraniano se scattasse il divieto sulle importazioni ma spera che i rimborsi iraniani in petrolio che ancora deve ricevere non risentano dell’eventuale provvedimento
Eni spera infatti che il credito di quasi 2 miliardi di dollari di greggio iraniano che ha nei confronti della National Iranian Oil Company (NIOC) non rientri nel possibile divieto europeo sull’acquisto del petrolio iraniano.
L’Iran sta rimborsando in greggio il debito che ha nei confronti dell’Eni per accordi di vecchia data e la compagnia guidata da Scaroni ritiene che la cifra ancora dovuta sia di quasi 2 miliardi di dollari.
“Crediamo che ci sia una differenza tra importare greggio e avere greggio per passate attività“, ha aggiunto l’ad, “naturalmente rispetteremo qualsiasi divieto che la Ue vorrà imporre”, ha precisato.
La Ue non ha ancora deciso di vietare le importazioni di petrolio iraniano ma il commissario Ue all’energia Guenther Oettinger ha detto martedì che c’è un consenso tra gli stati membri dell’Unione europea sulla necessità di un divieto sulle esportazioni di greggio iraniani verso l’aera.
Scaroni ha spiegato inoltre che il petrolio iraniano pesa per circa il 15% sulle proprie forniture e se ci fosse un divieto sull’Iran la compagnia potrebbe ottenere più petrolio da altri fonti come Russia o Libia.
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