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Savona propone la riforma della Consob: “Nuova vigilanza europea, i depositi supervisori della finanza”

La ricetta del presidente della Consob, Paolo Savona, nell’incontro annuale con il mercato che coincide con i 50 anni dell’Autorità: una nuova architettura istituzionale delle Autorità di vigilanza distinguendo la parte monetaria da quella finanziaria. Una “nuova architettura” che passa anche attraverso lo spostamento dei depositi bancari dalla banche centrali a una sola authority di controllo finanziaria come lo sono oggi la Consob o l’Esma

Savona propone la riforma della Consob: “Nuova vigilanza europea, i depositi supervisori della finanza”

È tempo di mettere in cantiere una nuova architettura istituzionale delle Autorità di vigilanza distinguendo la parte monetaria da quella finanziaria. Una “nuova architettura” che passa anche attraverso lo spostamento dei depositi bancari dalla banche centrali a una sola authority di controllo finanziaria come lo sono oggi la Consob o l’Esma. La proposta arriva dal presidente della Consob, Paolo Savona, nell’incontro annuale con il mercato che coincide con i 50 anni dell’Autorità.

Consob, ecco la ricetta di Savona

Savona suggerisce una “specializzazione” superando l’attuale reciproco vincolo nell’architettura istituzionale che farebbe cessare la posizione “subordinata della stabilità finanziaria a quella monetaria”. La riforma proposta avrebbe “una sola autorità di controllo finanziario – appunto – anche per i depositi bancari”.

La nuova architettura, aggiunge Savona, non “preclude” l’utilizzo “di capacità operativa e prestigio culturale” dei banchieri centrali per i compiti di stabilità purché si svolga con la dovuta indipendenza operativa”. Savona aggiunge che le banche non dovrebbero preoccuparsi: “Non perderebbero spazi di mercato nei sistemi di pagamento, di credito e di gestione del risparmio”. Il vantaggio della riforma? Rendere possibile “una politica economica che alleggerisca le pressioni sui conti dello Stato e riduca il peso dell’imposizione tributaria e del debito pubblico sul Pil“.

La riforma si rende necessaria, osserva Savona, all’avanzare del processo di dematerializzazione, basato sulla Dlt, di moneta e attività finanziarie e quindi “fungerebbe da viatico una distinzione istituzionale tra la creazione di moneta a livello ufficiale e quella in forma di depositi bancari, riunificando questi ultimi sotto la competenza della vigilanza finanziaria, la cui attività produrrebbe, in posizione di parità, un bene pubblico complementare a quello della vigilanza monetaria”. Con la riforma delle Autorità proposta da Savona “il principale vantaggio dell’introduzione delle specializzazioni istituzionali e delle innovazioni tecnologiche indicate sarebbe che le scelte di stabilità monetaria di quantità e di tasso dell’interesse si svilupperebbero in modo indipendente dalle esigenze di stabilità bancaria, superando il reciproco vincolo nell’attuale architettura istituzionale; verrebbe a cessare la posizione storicamente subordinata della stabilità finanziaria a quella monetaria, che ha avuto origine nel ruolo preponderante ricoperto dalle banche sul mercato del risparmio rispetto agli altri intermediari, borse valori incluse”.

Con la riforma dell’architettura istituzionale delle Autorità si favorirebbe “l’incanalamento del risparmio verso il finanziamento delle attività produttive”. Al risparmio, osserva l’economista ed ex banchiere nel discorso al mercato finanziario, “andrebbe dedicata una cura pari a quella riservata alla moneta e ad altri nuovi strumenti finanziari, per impedire che esso diventi variabile di aggiustamento degli squilibri creati da altri fattori”.

Dividere l’Autorità per il controllo monetario da quella per il controllo finanziario, conclude Savona, consentirebbe di “rispettare i piani di investimento dei risparmi, basati sulle necessità del ciclo vitale degli individui e delle loro famiglie, affidando agli intermediari finanziari il compito di gestirli in modo razionale e agli organi della democrazia di decidere un’equa distribuzione delle risorse prodotte”. Savona non si nasconde che i tempi saranno lunghi. “L’attuazione di queste modifiche istituzionali – che sono intrinseche nella natura evolutiva delle tecnologie e dei mercati – richiederanno tempo e ovvie cautele applicative; non sarebbe però un comportamento razionale, se si continuasse a procedere con parziali realizzazioni senza sapere verso dove muove il sistema monetario e finanziario, perché continuerebbe a prevalere l’incertezza del futuro, accrescendo la complessità di governo delle economie miste pubblica e privata, sempre più coinvolte nei mutamenti ricordati dello scenario geopolitico”.

I saluti di Mattarella

Delle trasformazioni in corso prende atto anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel suo saluto letto all’inizio dell’appuntamento milanese si dice “certo che la Commissione saprà ora affrontare le nuove sfide che provengono alla finanza dall’applicazione della tecnologia e dell’intelligenza artificiale sul piano delle regole e dell’organizzazione, nonché dall’evoluzione dei mercati europei, sempre più integrati tra loro e che richiedono assetti di vigilanza conseguenti”.

Da riformare c’è la stessa Authority italiana, sottolinea Savona convinto che “l’efficacia e l’efficienza della Consob migliorerebbero se venisse rimosso l’obbligo di approvare le principali decisioni di funzionamento a maggioranza qualificata di quattro voti su cinque, quorum non previsto per le altre autorità indipendenti operanti in Italia”. Si può andare anche oltre, suggerisce il suo predecessore Mario Nava, che ridurrebbe solo a due il numero dei commissari.

Consob, è tempo di bilanci tra numeri e sanzioni

In attesa di vivere un nuovo decennio che Savona definisce “breve”, per la velocità in prima battuta delle innovazioni tecnologiche, la Commissione fa intanto un bilancio non solo dei primi 50 anni con la pubblicazione di un libro, ma anche delle attività dello scorso anno quando sono scese al minimo di 3,4 milioni di euro le sanzioni comminate dall’Authority, che fa sempre più ricorso all’Intelligenza artificiale per contrastare i comportamenti illeciti. Se la Borsa nei primi mesi del 2024 ha riguadagnato la soglia degli 800 milioni di capitalizzazione è rimasto invece pressoché fermo il numero delle società quotate.
Per arginare il delisting un contributo lo può fornire il Dl Capitali che facilita la quotazione delle piccole imprese. Sul punto più controverso del provvedimento, relativo alle liste dei cda, invece “sarà il mercato a fornire una risposta”, segnala il numero uno dell’Authority.

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