La fotografia dell’estate 2020 non è rassicurante. Quest’anno la stagione estiva fatica a decollare in tutte le regioni, fortemente compromessa dalla crisi epidemiologica. Tra le più penalizzate c’è la Sardegna, la terra dei Quattro Mori, diventata negli ultimi anni la meta preferita dagli stranieri. Soprattutto al Nord si era registrato un boom di tedeschi e svizzeri, ma anche di russi e americani. Quest’anno, però, il Covid non ha solo cancellato gran parte dell’estate, ma anche i turisti stranieri che non vedevano l’ora di poter trascorre qualche giorno di vacanza sull’isola.
Basta guardare la prima metà di luglio per capire che questa stagione sarà dedicata perlopiù agli italiani (il 75% di cui il 22% sardi), anche se si riscontra una percentuale molto bassa rispetto al 2019 (circa il 70% in meno). A soffrirne di più è sicuramente il Nord, per l’assenza dei turisti stranieri amanti del vento e degli sport acquatici d’azione: windsurf, kitesurf e surf. Inoltre, i locali chiusi, il divieto di ballare e i numerosi eventi cancellati smorzano un pò l’entusiasmo per chi ha voglia di viaggiare.
Secondo i dati diffusi da Federalberghi-Confcommercio Provincia di Sassari, a segnare il peggior risultato è giugno: con il 95% di fatturato in meno, in parte pregiudicato dalla confusione inizialmente generata sulle regole di accesso all’isola. Per agosto, c’è qualche speranza in più, essendo il mese di ferie degli italiani, ma nella migliore delle ipotesi si potrà salvare il 35% delle produzioni mensili.
Nonostante tutto, i turisti iniziano ad arrivare e a riempire le spiagge più belle dell’isola, specie durante il weekend, dove spesso il distanziamento sociale viene “apparentemente” rispettato, come se la pandemia fosse un ricordo lontano. Anche se il flusso turistico inizia lentamente a smuoversi, i numeri riscontrati non sono lontanamente vicini a quelli degli anni passati.
Complici di questa situazione sono: il timore del virus, le difficoltà economiche ma anche chi preferisce spostamenti brevi, così da limitare le condizioni di assembramento. Inoltre, i viaggiatori italiani devono anche fare i conti con le numerose disdette delle ultime settimane da parte delle compagnie aeree, sia nazionali che estere, apparentemente senza alcun motivo.
Tanto da portare il presidente di Confindustria centro nord Sardegna, Giuseppe Ruggiu, a scrivere una lettera di protesta alla responsabile per l’isola dell’Enac, Daniela Candido, riguardo la situazione che sta mettendo ancora più in difficoltà i viaggiatori e le aziende ricettive dell’isola.
Secondo i dati, i passeggeri transitati a luglio all’aeroporto di Cagliari sono diminuiti di oltre il 60%. Peggio ancora per Olbia, che ha visto calare significativamente i passeggeri, passando dai 380 mila del 2019 ad appena 130 mila.
Tra le tante difficoltà a penalizzare il turismo e l’economia sarda c’è anche la scarsa comunicazione da parte delle istituzioni e, allo stesso tempo, l’assenza di promozioni per facilitare la ripartenza.
Anche se in ritardo, a sostegno delle imprese della filiera turistica sarda, la Regione Sardegna ha messo a disposizione 15 milioni di euro per incentivare le assunzioni dei giovani di età inferiore ai 35 anni, dei disoccupati e delle donne di età superiore ai 35 anni, con contratto a tempo determinato e tempo pieno dalla durata minima di un mese fino ad un massimo di 11 mesi. Tale finanziamento verrà erogato attraverso un bando per far ripartire un settore fortemente provato dalla crisi sanitaria e da quella economica.
L’obiettivo dell’Assessorato al Turismo è, ormai, quello di puntare sui mesi di settembre e ottobre per recuperare ciò che si è perso con la prima parte della stagione. Nel frattempo, i tour operator si stanno concentrando più a pianificare la stagione turistica 2021 che a salvare quella attuale, considerando l’anno 2020 ormai perso. Un boccone amaro per l’isola che vive di turismo.
La Sardegna, però, rimane ottimista sperando che la stagione non sia completamente persa, anche se la strada è ancora tutta in salita.