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Sardegna dietrofront: Solinas ci ripensa e apre le porte ai turisti

Il Presidente della Sardegna apre le porte dell’isola a tutti i turisti ma a scaglioni – Dopo che il governo ha bocciato il passaporto sanitario, Solinas si piega e impone una registrazione obbligatoria per monitorare gli ingressi – Tante parole e confusione che hanno alzato un polverone e creato un danno irreversibile al turismo sardo

Sardegna dietrofront: Solinas ci ripensa e apre le porte ai turisti

Tutto fumo e niente arrosto. Prima l’autocertificazione medica, poi il passaporto sanitario e, infine, una semplice registrazione. La questione delle vacanze in Sardegna è stata al centro di un forte dibattito nelle ultime settimane, dove il Governatore di centrodestra Christian Solinas ha cambiato idea più volte, fino a capitolare dinanzi l’ovvietà.

“Invitiamo tutti i turisti a prenotare, perché la Sardegna vuole accoglierli a braccia aperte”, così aveva esordito qualche giorno fa il Presidente di centrodestra della Sardegna sul dibattito della riapertura tra le regioni. Ma se le parole hanno un peso, i fatti contano ancora di più. E tutto ciò che è stato detto dal governatore negli ultimi giorni non è sembrato in sintonia con i veri interessi dei suoi concittadini, visto che la Sardegna vive di turismo. Ma ha solamente generato il panico e un danno per tutto il settore e per tutta l’isola, a vantaggio di altre zone che invece non hanno sollevato tutto questo polverone.

E per quanto si voglia tutelare la salute della popolazione sarda attraverso condizioni stringenti per i “forestieri”, a pagarne il prezzo alla fine sarebbero gli imprenditori, i dipendenti e l’intera filiera turistica sarda, che senza turisti hanno poche speranze di sopravvivere.

Per quanto riguarda la questione del test sierologico obbligatorio, adottato dalla maggior parte delle isole europee (Canarie, Cipro, Malta e Isole greche), non avrebbe dato alcuna sicurezza maggiore, dato che anche il ministero della Salute ne smonta l’attendibilità, non avendo alcuna valenza diagnostica.

In primis, il test sierologico cerca gli anticorpi per capire se una persona è stata già infettata dal Covid, ma non se l’infezione è in corso. Un test negativo può avere diversi significati: una persona non è stata infettata, oppure è stata infettata nell’arco di 8-10 giorni precedenti al test ma che non ha ancora sviluppato la risposta anticorporale al virus. In ogni caso non vuol dire che si è immuni al virus o, peggio, che questo non sia ancora in circolo.

Per questo motivo, i test sierologici non possono sostituire il tampone nasofaringeo o faringeo, al contrario, sottoposto a test molecolare in grado di confermare l’infezione in corso. Altro problema: per i sanitari è gratis, tutti gli altri devono pagare.

Ma anche se fossero attendibili e gratuiti, considerando i tempi per sottoporsi ad un test, aspettare la risposta e ricevere il proprio tesserino sanitario, tutto l’iter renderebbe la procedura ancora più inutile.

Dopo tutte le polemiche degli ultimi giorni, soprattutto tra Solinas e il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, finalmente si è arrivati ad una conclusione. Nessuna autocertificazione o tampone obbligatorio per i turisti che vogliono passare le proprie vacanze in Sardegna. Sarà sufficiente una registrazione sulla piattaforma del sito istituzionale o attraverso l’app regionale “Sardegna sicura”.

Una registrazione obbligatoria e non volontaria, attraverso un modello scaricabile dal sito istituzionale della Regione Sardegna e da inviare in via telematica seguendo le indicazione sulla home page, oppure attraverso l’app “Sardegna Sicura“, disponibile per i sistemi operativi Android e Ios. Ciascun passeggero dovrà presentare la copia della registrazione insieme alla carta d’imbarco e ad un documento d’identità. I dati verranno conservati per due settimane e utilizzati per monitorare i soggetti interessati.

Chi invece si sottoporrà volontariamente al test esibendo al suo arrivo il certificato di negatività prodotto da un laboratorio autorizzato, avrà diritto ad un bonus-voucher, spendibile sul territorio regionale.

Tuttavia, le porte dell’isola si riapriranno, ma a scaglioni e non dal 3 giugno come per il resto del Paese.

Fino al 12 giugno la Sardegna apre tre scali sardi: Olbia, Cagliari e Alghero per i voli in continuità territoriale con Roma e Milano. Inoltre sarà possibile compilare il modulo a bordo e consegnarlo all’arrivo al presidio medico sanitario del porto o all’aeroporto che si occuperò di fornirlo ai competenti uffici regionali.

Dal 13 giugno verrano ripristinati i collegamenti aerei con tutti gli aeroporti nazionali ed infine, andamento curva epidemiologica permettendo, dal 25 giugno si apriranno anche le tratte internazionali.

Tanto rumore per nulla e alla fine il Presidente Solinas ha dovuto fare un passo indietro. Tuttavia bisogna ancora vedere gli effetti delle sue dichiarazioni confuse e prive di alcun fondamento sull’estate 2020, viste le lamentale da parte del comparto turistico a causa delle numerose cancellazioni degli ultimi giorni.

Un Paese che si è trovato a fronteggiare una guerra contro un nemico invisibile, letale, con poche armi. Siamo in una fase delicata, di ripresa dove dovremmo dare l’immagine di un’Italia unita e non spaccata da pregiudizi e polemiche inutili. Chissà se il leader della Lega, Matteo Salvini, s’è pentito di aver sostenuto Solinas, presidente del Partito Sardo d’azione, alla guida dell’isola. Tra Solinas in Sardegna e Fontana in Lombardia di danni ne hanno fatti abbastanza.

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